“Il Diluvio Universale” di Falvetti, straordinario capolavoro riemerso dopo tre secoli di oblio

“Il Diluvio Universale” di Falvetti, straordinario capolavoro riemerso dopo tre secoli di oblio

Posted on dimarcodelvaglio

Fra gli episodi biblici più noti, quello relativo alla costruzione dell’Arca, ed al successivo diluvio, ha lasciato indifferente la maggior parte dei compositori.
Al proposito ricordiamo il brano per chitarra sola di Filippo Gragnani (1768-1820), intitolato “Le déluge”, un oratorio con lo stesso nome scritto dal francese Camille Saint-Saëns (1835-1921) e “Noye’s Fludde” del britannico Benjamin Britten (1913-1976), che attinse ad una rappresentazione popolare risalente al XV secolo.
Tale elenco si è recentemente ampliato con “Il Diluvio Universale” di Michelangelo Falvetti (1642-1692), definito “dialogo a cinque voci e cinque strumenti”, inciso in prima assoluta dalla casa discografica Ambronay.
Nato in un piccolo paesino calabrese e trapiantato in Sicilia, Falvetti fu sicuramente tenuto in gran conto ai suoi tempi.
Le notizie biografiche sull’autore sono abbastanza scarne, anche se è certo che ricoprì, prima a Palermo e poi a Messina, il ruolo di maestro di cappella, per conto dell’ “Unione dei Musici”, un’istituzione da lui fondata nel 1679.
Per quanto riguarda “Il Diluvio Universale”, fu scritto da Falvetti nel 1682, in occasione del suo insediamento a Messina, e molti hanno visto un parallelo fra l’umanità punita da Dio e la feroce repressione nei confronti della città siciliana, da parte degli Spagnoli, atto conclusivo di una rivolta durata dal 1674 al 1678.
Rimasta nell’oblio per più di tre secoli, la composizione, su testo di Vincenzo Giattini, librettista palermitano all’epoca molto in auge, risulta divisa in quattro parti (In Cielo, In Terra, Il diluvio e In l’Arca di Noè), che narrano gli episodi salienti della vicenda.
Nel complesso si tratta di un lavoro di estrema originalità e, a rimanere impressi, sono soprattutto il ritmo incalzante di alcuni brani e una serie di soluzioni musicali, adottate per descrivere alcuni momenti particolari, quali la costruzione dell’Arca e l’inizio del diluvio.
La registrazione si avvale di ben nove straordinarie voci solistiche, corrispondenti ad altrettanti personaggi o elementi, che comprendono i soprani Mariana Flores (Rad), Magali Arnault (Acqua) e Caroline Weynants (Natura humana), il contralto Evelyn Ramirez Munoz (Giustizia Divina), il controtenore Fabián Schofrin (Morte), i tenori Fernando Guimarães (Noè) e Thibaut Lenaerts (Foco), i bassi Matteo Bellotto (Dio) e Benoit Giaux (Terra).
Ottima risulta anche l’interpretazione della Cappella Mediterranea, compagine molto affiatata e dotata di un suono nitido ed avvolgente, e del Coro da Camera di Namur, entrambi diretti da Leonardo García Alarcón, ai quali si aggiunge il contributo del percussionista Keyvan Chemirani.
In conclusione un cd che mette in evidenza un capolavoro barocco, opera di un validissimo autore, entrambi colpevolmente dimenticati per troppo tempo.

http://criticaclassica.wordpress.com/2012/04/19/il-diluvio-universale-di-falvetti-straordinario-capolavoro-riemerso-dopo-tre-secoli-di-oblio/

 

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