Appena iniziata la lettura de
Il mare non bagna Napoli
(Torino, Einaudi 1953)
di Anna Maria Ortese.
Interessata al suo sofferente realismo visionario ancora più di quanto lo sia (pervicacemente) alla denuncia, avevo iniziato ad ascoltarne l’audio tempo fa (da Il terzo anello: Ad alta voce) con non convincenti risultati: non ero andata oltre la metà del racconto che fece da j’accuse contro gli intellettuali partenopei (e non solo), Il silenzio della ragione.
Fui naturalmente entusiasta del meraviglioso, straniante, Un paio di occhiali, ma evidentemente la spinta non fu sufficiente, ai tempi.
Un ‘grazie’ ora a chi è stata origine invece più recentemente della suggestione di lettura e in più ampio respiro delle stimolanti condivisioni sperimentate…
L’incipit
di Un paio di occhiali
– Un assaggio, dedicato a chi è accomunato a Eugenia (e me) da qualche… problemino (da Materiali… per la mente).
— Ce sta ‘o sole… ‘o sole! — canticchiò, quasi sulla soglia del basso, la voce di don Peppino Quaglia. — Lascia fa’ a Dio, — rispose dall’interno, umile e
vagamente allegra, quella di sua moglie Rosa, che gemeva a letto con i dolori artritici, complicati da una malattia di cuore; e soggiunse, rivolta a sua cognata che si trovava nel gabinetto: — Sapete che faccio, Nunziata? Più tardi mi alzo e levo i panni dall’acqua.
— Fate come volete, per me è una vera pazzia, — disse dal bugigattolo la voce asciutta e triste di Nunziata; — con i dolori che tenete, un giorno di letto in più non vi farebbe male! — Un silenzio. — Dobbiamo mettere
dell’altro veleno, mi sono trovato uno scarrafone nella manica, stamattina.
Dal lettino in fondo alla stanza, una vera grotta, con la volta bassa di ragnatele penzolanti, si levò, fragile e tranquilla, la voce di Eugenia:
— Mammà, oggi mi metto gli occhiali!
Et quod sequitur
Maria Amici
http://nephelais.wordpress.com/2013/03/18/in-lettura-il-mare-non-bagna-napoli/