Quien sabe ?

23 luglio 1922 –  7 marzo 2013

 

Non si può dire certo che ci abbia lasciato prematuramente, Damiano Damiani: aveva un età assai venerabile, ma soprattutto aveva una filmografia assai venerabile. Ha attraversato il cinema italiano per cinquant’anni con mano felice dirigendo pressoché qualunque genere, dal poliziesco al western, dal drammatico passando per la commedia, ma sempre con una sua eleganza e personalità, la voglia di dire di più di quello che il genere sembra imporre, dirigendo tutti i grandi attori dell’epoca e stabilendo un saldo sodalizio in particolare con Gian Maria Volontè e Franco Nero. Limitandoci ai generi che ci sono attigui: inventa nel 1966 il “tortilla western” con Quien Sabe?, portandoci nel west dei ribelli messicani e non dei cowboy, dopo qualche film romantico e drammatico arriva quindi agli anni settanta dove ci ha consegnato, in un decennio dominato dai poliziotteschi, film polizieschi che diventano analisi e denuncia sociale, disperata e puntuale, con alcuni tra i film del genere in assoluto più illustri in Italia come: Io ho paura, Il giorno della civetta, Perchè si uccide un magistrato, Confessioni di un commissario di polizia ad un procuratore della repubblica, L’istruttoria è chiusa: dimentichi. Con questi film, seppur di intrattenimento, la politica italiana e la sua collusione con il crimine, la corruzione e l’intimidazione non erano mai stati così spaventosi e nitidi, in particolare con i meccanismi della nuova mafia messi a nudo in anni in cui l’idea di mafia, badate bene, era ancora relegata a quell’idea folkloristica siciliana di coppole e lupara e poco percepita dalla gente comune come il male dilagante e infiltrato che era ed è. Negli anni ottanta in USA dirige anche il secondo episodio della saga horror di Amytiville, The Possession, a mio avviso molto più azzeccato e spaventoso del primo, per poi tornare in Italia e approdare alla TV rivoluzionando l’idea di sceneggiato con la prima serie de La Piovra in cui torna alle tematiche che lo hanno reso celebre. Mai retorico, mai noioso, sempre a fuoco il suo cinema di genere, a Damiani va il nostro saluto e rispetto.

http://www.i400calci.com/2013/03/r-i-p-damiano-damiani/

Questa voce è stata pubblicata in cultura e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.