Anna Karénina….Nelo Risi incontra la signora Tolstoj

Anna Karenina – Project Gutenberg

Anna Karenina – Internet Archive

Anna Karénina”, ovvero il tormento esistenziale di Tolstoj

di Federico Mugnai- “Anna Karenina” di Lev Tolstoj è molto più della vicenda umana di una giovane donna, bella, affascinante e allo stesso tempo fragile dal punto di vista morale e psicologico. Il romanzo infatti affronta molti degli argomenti che negli anni 70 del XIX secolo (anni in cui fu scritto e pubblicato il libro) affliggevano Tolstoj facendo emergere in lui quel lato moralistico e mistico che finirà per sconvolgere la sua vita non solo letteraria, ma anche umana. Anna Karenina in tutto il romanzo oltre ad essere la figura centrale è anche l’anello debole di questa immensa opera di Tolstoj. Anna vive della sua luce esteriore, della sua passione travolgente e spregiudicata, ma finisce per essere travolta dagli eventi, schiacciata dall’ipocrisia della società che non le perdona l’adulterio nei confronti del marito, perduta nel suo amore idilliaco e un po’ ingenuo per il suo amante Vronskij che con il passare del tempo diverrà un’ossessione e quasi una prigione da cui liberarsi. Il suicidio finale di Anna è l’atto sciagurato di una donna oramai incapace di farsi carico del peso di quell’amore così travolgente e tormentato da trasformarsi in quell’incubo da scacciare via, da demolire per ritrovare almeno nella morte l’armonia e la pace dell’anima persa. La storia di Anna, è la vita di una comune donna del XIX secolo, costretta da giovane a sposarsi con un alto funzionario, Aleksej Aleksandrovic  di 20 anni più grande di lei con cui avrà un figlio, Sereza. Anna non si domanda se ama o meno il marito, ma quasi come rispettando un cerimoniale continua a vivere un’esistenza opaca, ma tutto sommato tranquilla e serena, finchè alla stazione di Mosca incontra un giovane ufficiale di bella presenza, di cui si innamora follemente. La passione per Vronskij è un potentissimo riflettore sulla vita di Anna e lei stessa infatti sente germogliare all’interno della sua anima un’energia nuova che l’avvolge e che le apre gli occhi sulla realtà circostante. Si rende conto solo adesso dei difetti fisici e comportamentali di suo marito, perché solo adesso lo guarda con senso critico. Non si accontenta Anna di una relazione clandestina, perché lei stessa è una donna dalla straordinaria femminilità, una creatura piena, orgogliosa dei suoi sentimenti. Anna dona a Vronskij l’intera sua vita e questa è “la colpa” che la porterà a gettarsi sotto un treno merci. La sua relazione che ha deciso di non tenere nascosta, scandalizza l’ipocrita società che non accetta la sua sfida alle convenzioni sociali. Mentre Anna soffre, Vronskij si concede il lusso di frequentare quella società, quegli ambienti perbenisti e allo stesso tempo corrotti in cui l’amante di Anna, uomo vanitoso e di scarso intelletto, è uno dei protagonisti.

Una vicenda parallela che si sviluppa secondo linee apparentemente indipendenti, è quella del fidanzamento e del matrimonio di Levin con la principessa Kitty. Levin, uomo in cui Tolstoj pare ritrarre se stesso, ha grandi ideali morali e una coscienza che non gli dà requie. Se Vronskij vive per soddisfare i suoi impulsi, Levin vive per comprendere il mondo, che lo circonda, aspirando a quegli ideali religiosi che in quell’epoca Tolstoj stava maturando. Vronskij rappresenta la pancia del popolo, Levin  la mente critica. Alla fine come ha ben osservato Valdimir Nabokov, se vogliamo davvero trovare un messaggio morale che Tolstoj trasmette ai suoi lettori, lo dobbiamo rintracciare nel confronto tra le due coppie protagoniste del romanzo: Vronskij-Anna e Levin-Kitty. Scrive Nabokov: “il matrimonio di Levin si fonda su una concezione metafisica, e non soltanto fisica, dell’amore, sulla disponibilità al sacrificio, sul rispetto reciproco. L’unione tra Anna e Vronskij si fonda soltanto sull’amore carnale, ed è qui la condanna.” L’amore secondo Tolstoj non può essere quindi soltanto carnale, perché così è egoistico e quindi distruttivo, spiritualmente sterile. Dall’altra parte la coppia Kitty-Levin fondano il proprio amore sui principi cristiani e quindi risulta tutto più equilibrato, armonioso, rispettoso dei doveri familiari, della responsabilità unita alla sensualità. Il romanzo tolstojano e’ la quintessenza del secolo XIX e delle sue contraddizioni: la sacralita’ (convenzionale) della famiglia legittima (Aleksej), il culto romantico dell’amore travolgente (Anna), l’incipiente fiacchezza morale che si affaccia col tardo romanticismo degli anni ‘60 e preannuncia il decadentismo (Vronskij), la passione filantropico-educativa (Kitty-Levin).

Attorno a tutto ciò trovano ampio spazio nel romanzo i problemi sociali e politici della Russia della fine del XIX secolo con il dibattito sui contadini, sulla loro importanza all’interno della società, il duro confronto sull’utilità o meno dell’imminente guerra contro i turchi e a sostegno del popolo serbo. In tutto il romanzo inoltre si percepisce la tormentosa questione dell’esistenza di Dio, del rapporto tra ragione e fede, del mistero della vita che trova una sua conclusione nello straordinario monologo finale dello stesso Levin: “non capirò mai con la ragione perché prego e continuerò a pregare, ma la mia vita adesso, tutta la mia vita, indipendentemente da tutto quel che può succedermi, in ogni suo istante non solo non è priva di senso come prima, ma ha un sicuro significato per il bene che ho il potere di infondervi.”Se Anna rappresenta l’anima ribelle e impulsiva della società, Levin si staglia come il personaggio che può salvare il mondo dalla perdizione attraverso quell’amore mistico che sa respingere i desideri e che aspira alla verità. La fine di Anna in realtà è solo l’ombra che riflette una luce di speranza.

 

http://www.arezzopolitica.it/2011/12/22/anna-karenina-ovvero-il-tormento-esistenziale-di-tolstoj/

Trains

Symbolism, Imagery, Allegory

Trains are the most important symbols in the story of Anna Karenina, due to their prominence in the Anna/Vronsky story line. More specifically, trains are a destructive element throughout the novel. Vronsky and Anna first meet at a train station, where a drunken guard is crushed to death. Anna calls the death an omen of evil. Her first encounter with Vronsky is thus overlaid with the specter of death. In some sense, Anna fulfills her own premonition by choosing suicide via train. Vronsky too uses a train as the engine of his death, as it carries him to a war where he is determined to die. The train motif thus brackets the novel in a negative light.

It’s possible to go further with the train symbolism – that trains not only destroy Anna and Vronsky, but Russia’s old way of life, in favor of an industrial capitalist system. You can also think about the idea of trains as transportation, and draw a parallel to Anna being transported by love away from her duties and responsibilities as Madame Karenina.

http://www.shmoop.com/anna-karenina/trains-symbol.html

Bearded Peasant Carrying a Sack

Symbolism, Imagery, Allegory

It may not seem significant the first time around, but if you re-read the very first train scene when Anna meets Vronsky, you’ll note that a peasant (a.k.a. a muzhik) appears on the train station platform carrying a sack (1.17.35). And then, you’ll remember that, several times throughout the book, Anna has terrifying dreams of a peasant with a matted beard and a sack over his shoulder working over some iron and speaking in incomprehensible French. Even Vronsky has the dream once. So what’s going on with this image?

It’s possible that Anna (and we, the readers) glimpses this peasant in the first train scene and associates him with the drunken guard’s death via train. Anna might, in turn, link this image to Vronsky (because of his gift of money to the guard’s family to impress Anna). Anna’s recurring, terrifying dreams of the peasant grow out of the fact that he represents both Vronsky and death, both of which, increasingly, she believes she deserves.

This symbolic dream does, in fact, come true. When Anna arrives at the train station where she will take her life in Part 7, she sees a peasant working over some iron just before the train actually runs her over. This peasant is associated with “the impossibility of any struggle” (7.31.21). We could interpret this to mean that from the instant when Anna first met Vronsky, on the train, her suicide has been her fate. The peasant becomes another way of signaling to the reader that Anna’s story has come full circle, and that, from the moment that her heart started to wander towards Vronsky in that early scene, she has been doomed.

http://www.shmoop.com/anna-karenina/bearded-peasant-carrying-a-sack-symbol.html




Questa voce è stata pubblicata in Lev N. Tolstòj e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.