Amazon used neo-Nazi guards to control staff -Neonazisti a guardia degli operai : Amazon in Germania

Neonazisti a guardia degli operai
Scandalo Amazon in Germania

BERLINO – «È una vergogna, non ordinerò più niente», scrive un lettore della Bild, Franz Grescher. E non è certamente l’unico, perché il reportage della prima rete televisiva pubblica tedesca Ard sulle terribili condizioni di lavoro nel centro operativo di Amazon a Bad-Hersfeld, nell’Assia, ha sollevato un’ondata di proteste che il più grande gruppo di vendite sul web ha cercato di arginare. I cinquemila immigrati assunti temporaneamente per fare fronte alla crescita degli ordini nel periodo natalizio venivano sorvegliati e intimiditi da una milizia sospettata di avere legami con il mondo dell’estremismo di destra e degli hooligans. Le guardie esibivano i capi di abbigliamento della Thor Steinar, la marca simbolo dei simpatizzanti neonazisti, vietata in alcuni stadi tedeschi e tolta anche dal catalogo della stessa Amazon. La loro ditta si chiama «H.e.s.s. security», un nome sinistramente uguale a quello del braccio destro di Hitler.

Un frame del servizio della «Ard» sulle condizioni di lavoro di Amazon a Bad-Herfeld

Diana Löbl e Peter Onneken, i due giornalisti della Ard, sono riusciti a documentare una situazione scandalosa, nonostante le minacce ricevute dagli «addetti alla sicurezza». Migliaia di persone, provenienti da tutta Europa ma soprattutto da Paesi in crisi come la Spagna, parcheggiate in alloggi di fortuna nei dintorni del capannone di Amazon, pagate senza contributi, alleggerite del 12 per cento di un salario già misero dalle organizzazioni che si occupavano del reclutamento, costrette a lunghi turni festivi e notturni, sottoposte a misure di controllo tipiche di un campo di reclusione. Tra le tante storie di disperazione, quella di una donna spagnola, Maria, allontanata perché si era lamentata del luogo dove era stata mandata a dormire, o di un’altra, Silvina, il cui contratto è scaduto improvvisamente tre giorni prima di Natale perché le ordinazioni erano inferiori alle attese. È dovuta tornare a casa.

E Amazon, che dice Amazon di queste nuove schiavitù del ventunesimo secolo? Per quanto riguarda i gorilla che mantenevano l’ordine, un portavoce ha dichiarato che la compagnia «non tollera discriminazioni o intimidazioni». Le accuse sul comportamento delle guardie saranno valutate e verranno eventualmente prese la «misure opportune». Più in generale, la mega-azienda fondata da Jeff Bezos ha sostenuto che in periodi di punta come quello natalizio viene assunto personale temporaneo che ha l’opportunità di essere messo alla prova «nella prospettiva di un impiego a lungo termine». Un modo come un altro per fabbricare illusioni.

La verità è invece che il caso tedesco non sembra essere isolato, tenendo conto di quanto era emerso in passato sulle durissime condizioni di lavoro (turni di dieci ore e pause di pochi minuti) nel magazzino di Amazon nella Lehigh Valley, in Pennsylvania, rivelate da un’inchiesta di Morning Call , e delle denunce provenienti più recentemente dalla stampa britannica. In un contesto caratterizzato dal rischio sempre più concreto di perdere il predominio nel settore dei libri, come ha scritto nei giorni scorsi il New York Times . Il fenomeno delle recensioni manovrate dietro le quinte ha diminuito infatti la fiducia del gruppo di Seattle, insidiato da nuovi social media come Goodreads.com che offrono modi diversi di promuovere, consigliare e condividere la lettura.

Naturalmente, Amazon non è certo l’unico cattivo in un mondo di buoni. Restando per esempio in Germania, va chiamato in causa un gruppo come Zalando, che vende online scarpe e abbigliamento, fondato nel 2008, oggi presente in dodici Paesi (tra cui l’Italia), un miliardo di euro di volume di affari nel 2012. Secondo molte testimonianze, nello stabilimento di Grossberen, a sud di Berlino, i lavoratori che vengono dalla Polonia sono costretti a ritmi produttivi massacranti. È arrivata un po’ di acqua da bere gratuita a disposizione di tutti, raccontano, solo dopo l’intervento, dall’esterno, del sindacato ver.di e grazie, anche in questo caso, ad un servizio televisivo. Dentro tutti hanno paura. Gli altri non sanno, o non vogliono vedere.

16 febbraio 2013 | 10:02

http://www.corriere.it/esteri/13_febbraio_16/neonazisti-a-guardia-degli-operai-scandalo-amazon-in-germania-paolo-lepri_d17ba192-77fa-11e2-add6-217507545733.shtml

 

Amazon used neo-Nazi guards to control staff

Amazon is at the centre of a scandal as it faced claims that it employed security guards with neo-Nazi connections to intimidate its foreign workers.

Amazon is at the centre of a deepening scandal in Germany as the online shopping giant faced claims that it employed security guards with neo-Nazi connections to intimidate its foreign workers.

Germany’s ARD television channel made the allegations in a documentary about Amazon’s treatment of more than 5,000 temporary staff from across Europe to work at its German packing and distribution centres. The film showed omnipresent guards from a company named HESS Security wearing black uniforms, boots and with military haircuts.

They were employed to keep order at hostels and budgethotelswhereforeign workers stayed. “Many of the workers are afraid,” the programme-makers said. The documentary provided photographic evidence showing that guards regularly searched the bedrooms andkitchensof foreign staff.

“They tell us they are the police here,” a Spanish woman complained.

Workers were allegedly frisked to check they had not walked away with breakfast rolls. Another worker called Maria said she was thrown out of the cramped chalet she shared with five others because she had dried her wet clothes on a wall heater.

She said she was confronted by a muscular, tattooed security man and told to leave. The guards then shone car headlights at her in her chalet while she packed in an apparent attempt to intimidate her. Several guards were shown wearing Thor Steinar clothing – a Berlin-based designer brand synonymous with the far-right in Germany.

The Bundesliga football association and the federal parliament have both banned the label because of its neo-Nazi associations. Ironically, Amazon stopped selling the clothing for the same reasons in 2009. ARD suggested that the name “HESS Security” was an allusion to Adolf Hitler’s deputy, Rudolf Hess.

It alleged that its director was a man , named only as Uwe L, who associated with football hooligans and convicted neo-N azis who were known to police.

The programmemakers, whobooked in atoneof the budget hotels where Amazon staff were housed, said they were arrested by HESS Security guards after being caught using cameras. They were ordered to hand over their film and when they refused, were held for nearly an hour before police arrived and freed them.

The film showed HESS guards scuffling with the camera crew and trying to cover their lenses. ARD said Amazon’s temp staff worked eight-hour shifts packing goods at the company’s logistics centres in Bad Hersfeld, Konstanz and Augsburg.

Many walked up to 17 kilometres per shift and all those taken on could be fired at will. On arrival in Germany , most were told their pay had been cut to below the rate promised when they applied for jobs at Amazon.

The Independent

http://economictimes.indiatimes.com/tech/internet/amazon-used-neo-nazi-guards-to-control-staff/articleshow/18527607.cms
Il morbo antico che avvelena l’Ungheria e l’Europa

http://www.controappuntoblog.org/2012/01/08/il-morbo-antico-che-avvelena-l%E2%80%99ungheria-e-leuropa/

Questa voce è stata pubblicata in antifascismo, schiavitù e capitalismo e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.