difendere la legge Basaglia oggi come ieri

Uno schizofrenico abbiente, ricoverato in una casa di cura privata, avrà una prognosi diversa da quella dello schizofrenico povero, ricoverato con l’ordinanza in ospedale psichiatrico. Ciò che caratterizzerà il ricovero del primo, non sarà soltanto il fatto di non venire automaticamente etichettato come un malato mentale “pericoloso a sé e agli altri e di pubblico scandalo”, ma il tipo di ricovero di cui gode lo tutelerà dal venire destorificato, separato dalla propria realtà.“

Voce confusa con la miseria, l’indigenza e la delinquenza, parola resa muta dal linguaggio razionale della malattia, messaggio stroncato dall’internamento e reso indecifrabile dalla definizione di pericolosità e dalla necessità sociale dell’invalidazione, la follia non viene mai ascoltata per ciò che dice o che vorrebbe dire.”Franco Basaglia

Basaglia domanda un rapporto libero da ogni predominio dell’uno sull’altro. Karl Marx dice: “Artista è chiunque esce dal proprio cerchio e reinventa il suo ruolo nel rapporto con gli altri”. Pure vorrei riferirmi a questo punto a Foucault, con cui Basaglia si interroga sulla malattia e sulla convivenza con ” la ragione buona” degli altri, dove il malato è parte della verità e la verità parte di lui, prima che sia inglobato nel manicomio con la diagnosi di malattia mentale. Basaglia vede, che “il pensiero fenomenologico nonostante la sua disperata ricerca della soggetività del’l uomo, non è riuscito a toglierlo dal terreno dell’oggetivazione in cui si trova gettato.“”Christina Niederstein

Sospesi i tagli di psichiatria. Ma i medici non mollano:

NELLE ALTRE REGIONI PEGGIO!

Prorogati il servizio diagnosi e cura di Castiglione e il Csp di Viadana. Gli operatori: «La riorganizzazione segue solo criteri di costo, non ci fidiamo»

di Francesco Romani

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Congelata in Regione la riorganizzazione del dipartimento salute mentale che nei mesi scorsi aveva trovato la forte resistenza di parte dei sindaci e degli stessi operatori sanitari. Questi ultimi, in particolare, hanno giudicato negativamente la proposta dell’azienda Poma in quanto «passo indietro penalizzante per l’utenza». Del piano è stata per ora accolta solo la riduzione dei primari da 3 a 2. Anche per l’Opg, l’ospedale psichiatrico di Castiglione destinato per legge a chiudere il 31 di marzo, sembra più vicino un decreto che farà slittare di un anno l’operazione. Le due cose sono, nei fatti, legate. Non c’è infatti urgenza di intervenire riorganizzando il dipartimento salute mentale, se slitta la chiusura dell’Opg per la quale la previsione è di ospitare a Castiglione 6 delle 12 comunità lombarde da 20 posti con 120 pazienti, quindi, al posto degli oltre 200 attuali.

Il piano, presentato a medici e sindaci, prevedeva la riorganizzazione su due soli poli provinciali (Mantova 1 e Mantova 2), anziché tre con la chiusura del servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) di Castiglione, trasformato in centro riabilitativo dipendente dal polo di Mantova e del centro psico sociale (Cps) di Viadana, che doveva fare riferimento al polo di Suzzara.

«Attendiamo le conferme ufficiali prima di cantare vittoria – spiegano alcuni medici che nei mesi scorsi si sono mostrati fortemente critici nei confronti di questa riorganizzazione –. In ogni caso la nostra contrarietà al piano era di fondo. Innanzitutto per il metodo con il quale il piano è nato. Calato dall’alto, senza condividerne in contenuti con enti locali, medici, famigliari. Una forma che è l’esatto opposto della psichiatria che si basa sulle relazioni». I medici critici con la riorganizzazione parlano anonimanente «visto che le rigide regole interne del Poma ci tolgono la parola, impedendoci di esprimerci, pena sanzioni». Nel merito, ritengono che la creazione di due ampi bacini snaturi la sostanza stessa del servizio psichiatrico. «Avere aree di 38 Comuni, come sarà l’unione di Viadanese e Basso Mantovano – spiegano – significherà l’impossibilità di fare interventi, se non sugli acuti. Una sorta di “accalappiamatti” quando invece il rapporto terapeutico si basa sulla relazione di fiducia fra medico e paziente». In concreto, infatti, se passasse la riorganizzazione, i casi psichiatrici dell’Alto Mantovano sarebbero indirizzati, in mancanza del servizio di diagnosi e cura, verso il pronto soccorso (dove non ci sono psichiatri) e quindi direttamente a Mantova. Per contro anche i medici psichiatri sarebbero utilizzati in turni alternati a Mantova e Castiglione. «Sballottati i pazienti, sballottati i medici – sostengono gli psichiatri – si perderebbe quella continuità del rapporto medico paziente che è la base della cura. Se non c’è quella, la terapia retrocede a cura farmacologica e basta facendo un balzo indietro prima della riforma Basaglia». Ma allora perché questa riorganizzazione, per ora congelata? «Per motivi di costo» spiegano seccamente i medici.

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/12/02/news/sospesi-i-tagli-di-psichiatria-ma-i-medici-non-mollano-1.6133530

“Come una stanca litania il documento ‘Analisi di un anno di governo’ pubblicato sul sito dell’Esecutivo – si legge nella nota dell’associazione Anaao – nella parte dedicata alla Sanità ripete di avere operato senza conseguenze negative sull’erogazione dei servizi ai cittadini.
Una sorta di mantra ripetuto ossessivamente che tradisce la falsa coscienza di un equilibrismo verbale che ha distorto i vocaboli trasformando razionamento in razionalizzazione e tagli in miglioramento.
E’ successo con la cosiddetta spending review, si è ripetuto con il regolamento sugli standard ospedalieri e per l’aggiornamento dei LEA che rischiano di rimanere bloccati dalla mancanza di fondi”.

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