Orson Welles il monologo perduto del Mercante di Venezia

M’ha sempre maltrattato come un cane,
m’ha fatto perdere mezzo milione;
ha riso alle mie perdite,
ha sghignazzato sopra i miei guadagni,
ha offeso ed oltraggiato la mia razza,
m’ha sempre ostacolato negli affari,
m’ha raffreddato tutte le amicizie,
e m’ha scaldato contro i miei nemici.
E ciò perché? Perché sono giudeo.
Non ha occhi un giudeo?
Un giudeo non ha mani, organi, membra,
sensi, affetti, passioni,
non s’alimenta dello stesso cibo,
non si ferisce con le stesse armi,
non è soggetto agli stessi malanni,
curato con le stesse medicine,
estate e inverno non son caldi e freddi
per un giudeo come per un cristiano?
Se ci pungete, non facciamo sangue?
Non moriamo se voi ci avvelenate?
Dunque, se ci offendete e maltrattate,
non dovremmo pensare a vendicarci?
Se siamo uguali a voi per tutto il resto,
vogliamo assomigliarvi pure in questo!
Se un cristiano è oltraggiato da un ebreo,
qual è la sua virtù di tolleranza?
L’immediata vendetta!


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