crescono in Italia piccole ombre rossobrune, crescono??? ora ve ne accorgete???????????

LA QUADRATURA DEL CERCHIO OVVERO

Infiltrazioni o progetto politico?:

PIU’ TUTTO IL RESTO CHE TROVATE IN SITO ARCHIVIO ANTIFASCISMO DI CONTROAPPUNTO:ORG: CHE IO ME SO STUFATA DE CHI SCOPRE SEMPRE LE COSE CHE SI SANNO DA UNA VITA!

Vittoria Oliva

L’Avamposto degli Incompatibili

17 Ottobre 2003

Se fossimo convinti che questa storia della manifestazione del 6 Dicembre a sostegno della resistenza iraqena pubblicizzata a spron battuto dal Campo Antiimperialista e, organizzata, a loro dire, in modo orizzontale, fosse solo un problema di infiltrazione di fasci in questa manifestazione, avremmo gioco facile. Perchè dimostrare queste infiltrazioni non ci richiederebbe alcun lavoro di inchiesta e di ricerca, tanto sarebbe lampante. Infatti di presenze di fasci già nell’elenco ufficiale delle adesioni ce ne sarebbero abbastanza, a cominciare da quel Serge Thion, uno dei teorici del negazionismo delle camere a gas naziste. Non parliamo poi di chi pur aderendo alla manifestazione del 6, vede il suo nome non pubblicato nell’elenco ufficiale delle adesioni, come Claudio Mutti il parmense ideologo della destra radicale.
Ma noi non siamo per niente convinti che si tratti di infiltrazioni, che, in effetti sarebbero, come giustamente dice Moreno Pasquinelli, troppe e troppo scoperte.
Qui, invece, si tratta di un progetto politico, che giudicando superata la dicotomia destra-sinistra, e identificando nell’impero americano il nemico dell’umanità chiama a raccolta tutti coloro che vogliono contrastare l’avanzata degli americani, senza distinzioni di razza, di religione, di idee politiche.
E, naturalmente rispondono in diversi.
I primi a rispondere, ufficialmente sono i comunitaristi di Socialismo e Liberazione, che con una mail inviata alla lista Antiamericanista, chiedono di aderire come gruppo comunitarista alla lista stessa.
Ma saremmo in questo caso non in presenza di un progetto politico, quanto di semplice ambiguità dell’appello, se non fosse per un fatto: Costanzo Preve, il filosofo del Campo, da diverso tempo pubblica i suoi scritti proprio sul sito telematico di Socialismo e Liberazione. Daltronde all’appello Peoples smash America, l’appello fondativo della Lista Antiamericanista aveva già aderito, a livello individuale, Maurizio Neri, di Socialismo e Liberazione.
Nella discussione seguita a questa adesione collettiva dei comunitaristi, il Pasquinelli diceva trattarsi di un gruppo di comunitaristi pentiti, fra i quali solo un paio di ex fascisti. Ma dopo poco tempo improvvisamente compare un nome, Alessandra Colla che risulta poi essere direttore di orionlibri, che, nonostante sia scoperta come direttore di un sito dichiaratamente nazista continua ad essere accettata nella Lista Antiamericanista, dove continua a scrivere per qualche tempo, finchè la sua presenza non suscita un putiferio su ecn.org/movimento.
A quel punto la Colla si dimette; ma non si dimette per esempio un altro personaggio, Enrico Galoppini, che regolarmente pubblica i suoi libri con le Edizioni del veltro, di Claudio Mutti, presentati anche sul sito di orionlibri, ma che è presente anche nel catalogo dei libri sulla RSI. Come non si dimette per esempio Tiberio Graziani, che da tempo dell’antiamericanismo e dell’europeismo fa la sua bandiera. Traduce infatti un testo del nazionalista serbo Kalajic, Serbia trincea d’Europa , e scrive la postfazione di 2 testi indicativi: uno francese di Tahir de la Nive, la crisi dello zio Sam, con la prefazione di Claudio Mutti e il libro di Padre Jean Marie Benjiamin Iraq, trincea d’Eurasia, presentato sotto forma di intervista del Graziani, con la prefazione del Galoppini, pubblicato dalle Edizioni del veltro di Claudio Mutti e con un appendice di Carlo Terracciano. Ma quante belle trincee sponsorizza il nostro Graziani!!!
E guarda caso nella lista ci si ritrova poi personaggi meno conosciuti, ma non meno indicativi, come Walter Catalano, collaboratore di Diorama letterario, diretto da Marco Tarchi, da tempo elemento di collegamento fra la destra istituzionale e quella radicale , e Miguel Martinez, detto kelebek che pur figurando fuoriuscito dagli ambienti di destra da lui frequentati in gioventù a Roma, continua ad avere rapporti con la Colla e col Murelli, marito della Colla, per anni in galera per la morte di un poliziotto durante una manifestazione di fasci. Anzi, il Kelebek partecipa al Campo di Assisi 2003, dove partecipa anche l’ormai famoso (in TV) Padre Jean Marie Benjiamin, il già citato autore Iraq, trincea d’Eurasia.
Come si vede un bel gruppo di persone, i cui nomi come abbiamo visto spesso si incrociano e che sono di fatto uniti dal collante antiamericano.
Ecco perchè il progetto politico antiamericanista aperto a tutti senza distinzione di religione, fede politica ecc.ecc. non poteva non attirare come api al miele tutti costoro.
Anche perchè da molto tempo in Europa e in Italia la destra persegue la linea del superamento di destra e sinistra e di unità di tutti coloro che combattono il sistema.
Senza andare nella memoria dei tempi dei nazional-bolscevichi pionieri in questo progetto unitario basti ricordare i nazi-maoisti di Serafino Di Luia, amico di Stefano delle Chiaie, famosi dai tempi del libro La strage di Stato.
E guarda caso Maurizio Neri, prima di approdare nei comunitaristi si presenta alle elezioni del 1998 nelle liste del Fronte Nazionale nella circoscrizione di Terracina 1 lasciando il posto nella circoscrizione di Sabaudia al Serafino Di Luia.
In finale la scelta del Campo non ha molto di nuovo, se non per il fatto che questa volta il fosso viene saltato non da formazioni di destra, nazi-maoisti, Terza Posizione, ma da una formazione che si colloca a sinistra. Probabilmente qualcuno a destra gli avrà pure detto: “ve lo dicevamo da tempo, finalmente ci siete arrivati”.
Non abbiamo intenzione di lanciare anatemi. Noi volevamo cominciare a fare opera di chiarificazione. Volevamo porre all’attenzione quello che c’è di segreto e di non chiaro in quell’appello per la manifestazione del 6 dicembre. Per il resto poi siamo tutti in grado di decidere da soli.
Chi vorrà poi potrà anche decidere di partecipare ugualmente, come hanno fatto due delle edizioni Malatempora, che hanno partecipato ad un convegno indetto dai fasci di Rinascita a Civita Castellana (VT), però lo farà sapendo a quale manifestazione andrà e con quali compagni di corteo si ritroverà. Domani non potrà dire che non lo sapeva, che era stato preso in giro.
Noi diciamo che non solo non ci andremo, ma che non vogliamo avere più niente a che fare con coloro che andranno a quella manifestazione rosso-bruna.
Sappiamo che bisognerebbe muoversi contro l’occupazione militare di un paese da parte degli americani e dei loro alleati.
Ma pensiamo anche che non bisogna scegliere le scorciatoie. Anche perchè 2 cose devono essere chiare: 1) non esiste solo l’imperialismo amerikano (ne sanno qualcosa per esempio gli africani); 2) l’imperialismo non si combatte proponendo gli stati nazionali, che dell’imperialismo sono la culla, specialmente se poi gli stati nazionali fossero quelli europei.
Ma poi non ha senso proporre gli stati nazionali a chi non ha nessuna esigenza reale di questo tipo. Non si può imporre una jattura arretrata per combattere una jattura avanzata. Noi pensiamo che bisognerebbe eliminare le jatture tout court.

 

Naturalmente questo è solo un primo contributo finalizzato a comprendere questo fenomeno di strane alleanze. Ma c’è un altro contributo più completo atto a questo scopo, che vi invitiamo a leggere e al quale potete anche contribuire.

L’Avamposto degli Incompatibili

http://www.controappunto.org/resistenza/fascistinelcampo/infiltrazioni.html

Archivio tag: infiltrati e peggio

 

I fascisti noglobal

Pubblicato il

I fascisti noglobal
Anche in preparazione del Festival sociale delle culture antifasciste riproponiamo questa vecchia inchiesta sul neofascismo contemporaneo, datata 30 agosto 2005 e curata allora da Salgalaluna (qui c’è un comodo pdf con le note a piè di pagina e immagini di qualche interesse), perché crediamo che si debba riprendere un lavoro collettivo di analisi, mappatura e conoscenza delle organizzazioni, strategie, tecniche comunicative, idee, piani, azioni del neofascismo.Oggi vediamo bene quanto i fenomeni di collaborazionismo, trasversalità, “pacificazione” tra destra e sinistra – dai “ragazzi di Salò” di Violante fino alle frange dell’estrema sinistra “creativa” e antimperialista – abbiano contribuito, tra la metà degli anni Novanta e primi anni del nuovo secolo, a sdoganare e rinnovare una cultura gerarchizzante e razzista che solo 15 anni fa sembrava del tutto marginale, inerte e nostalgica.

Così oggi, dopo aver compiuto un percorso di “normalizzazione” mimetica, il neofascismo avverte sempre meno la necessità di nascondere il suo aspetto autoritario, violento, razzista, nazionalista, populista, familista, sessista e omofobo.

I fascisti noglobal

Introduzione. L’originaria ambiguità del fascismo

Dalla notte dei tempi i fascisti (old o neo che si voglia) si proclamano “al di là di destra e sinistra”, “eversivi” e contro il “regime”. In questo loro atteggiarsi a “rivoluzionari”, i fascisti spesso hanno copiato, manipolato e modellato a loro piacimento, teorie e prassi della sinistra rivoluzionaria ed estrema, riprendendo temi e slogan della parte avversa.

Basti ricordare che molti dei nomi fascisti e neofascisti non abbiano fatto altro che riprendere nomi della sinistra comunista e rivoluzionaria. Ad esempio il Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del MSI) riprese il nome usato dai giovani comunisti di Eugenio Curiel durante la Resistenza; Ordine Nuovo (organizzazione neofascista fondata da Pino Rauti nel 1956) altro non riprendeva se non il nome del giornale/gruppo politico di Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, primo nucleo del Partito Comunista, oppure, in tempi più recenti, Rinascita (giornale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore) è anche il nome della testata del settimanale culturale del Pci, poi del Pdci.

Il tentativo di “copiare” e scimmiottare l’estrema sinistra da parte della destra radicale non si ferma e non si è mai fermato ai nomi, ma comprende i temi e l’iconografia. I gruppi neofascisti (e ancora oggi tutti i gruppi dell’estrema destra, comprese frange di Alleanza Nazionale, in particolare i giovani di Azione Giovani) si richiamano all’antiamericanismo, all’ecologismo (a partire dagli anni ’70, poco dopo l’esplosione dei movimenti verdi ed ecologisti di sinistra), all’indipendenza della Palestina, dei Paesi Baschi e dell’Irlanda del nord, perfino al mito di Che Guevara guerrigliero anticapitalista.

Nel caso della Palestina spesso si accompagna la propaganda filo-araba a un forte antisemitismo contro Israele e gli ebrei. Nel caso dell’Irlanda del Nord si difendono i cattolici dall’anglicana e secolarizzata Gran Bretagna. Dopo la caduta del muro molti gruppi neofascisti si sono espressi contro le guerre condotte dagli USA e dalla NATO, in particolare la prima guerra nel golfo (si parlò anche di gruppi di “volontari” che andarono a combattere dall’Europa a fianco di Saddam Hussein), la guerra in Jugoslavia e le guerre post-11 settembre (Afghanistan e Iraq).

I tentativi di copiare le tematiche rivoluzionarie dell’estrema sinistra si sono affiancati, negli anni, a esplicite proposte di costituire “fronte unico” con la sinistra estrema, per abbattere il sistema. Questi non sono che gli ultimi episodi di una strategia tentata e ritentata negli anni dalla destra radicale italiana.

Gli anni ’50 e ’60. Da Ordine Nuovo al ‘68

Già infatti a partire dalla fine della seconda guerra mondiale una parte della destra neofascista (quella parte che si ispira e si ispirerà al pensiero di Julius Evola) si riferisce più alla dottrina sociale del fascismo e alla repubblica di Salò che al fascismo-regime del Ventennio. È da quella corrente, capeggiata da Pino Rauti fin dagli anni ’50, che originano tutte le tendenze “di sinistra” (o – come spesso si autoproclamano – per il “superamento” della “vecchia” dicotomia destra-sinistra) in seno alla destra estrema.

È noto come il ’68 romano vide in un primo tempo la mobilitazione di entrambi i fronti (sinistra e destra), almeno fino all’intervento della squadraccia guidata da Almirante contro l’occupazione della facoltà di Lettere [1] dell’Università di Roma. Un gruppo di estrema destra – detto dei “nazimaoisti”, denominato ufficialmente Lotta di popolo [2] -, che occupava la facoltà di Legge, cercò di opporsi in quell’occasione al manganellaggio operato da Almirante e dai suoi.

Già prima, ma vieppiù dopo quell’episodio, i tentativi di “convergenza” (più o meno espliciti) da parte di alcuni gruppi ed esponenti dell’estrema destra, vennero respinti dall’altra parte come “provocazioni” o “tentativi di legittimazione” da respingere, se non come pure e semplici infiltrazioni. Era frequente infatti, negli anni poi definiti “di piombo”, trovarsi davanti alla scoperta di infiltrati neofascisti, soprattutto nei gruppuscoli marxisti-leninisti o anarchici [3].

La fine degli anni ’70. Messaggi di ribellione neofascista. Nuova destra e Terza Posizione

Alla fine degli anni ’70 due gruppi della destra radicale (Costruiamo l’azione [4] e Terza Posizione) teorizzano ancora una volta la possibile convergenza tra estrema destra ed estrema sinistra, facendo riferimento in particolare all’area dell’Autonomia Operaia. Anche in questo caso, l’estrema sinistra non diede spazio alcuno a queste ipotesi.

Ma Terza Posizione, già a partire dal nome, aveva un programma socialmente avanzato: né con gli USA né con l’URSS (anche a sinistra si parlava di “terza via”), contro il “fronte rosso”, ma anche contro la “reazione”[5]. Terza Posizione cavalcava il ribellismo di strada, cercando di distaccarsi dal presunto moderatismo e filoatlantismo del MSI.

Nello stesso periodo, intorno alla corrente rautiana (e evoliana) del MSI, ai gruppi giovanili del partito e tra le componenti di quella che poi sarà chiamata Nuova Destra [6], nasceva una serie di iniziative “culturali” sostanzialmente ricalcate su quelle dell’estrema sinistra: campeggi ribelli [7], concerti rock [8], ecologismo, riviste “antagoniste”. La Nuova Destra si proponeva anch’essa di superare le rigide contrapposizioni con l’estrema sinistra, per cominciare un “dialogo” con essa, seppure a livello culturale.

La Nuova Destra si diffonderà in Europa, cercando di sovrapporre, negli anni, ai tradizionali temi cari al fascismo e neofascismo europeo (razzismo, militarismo, nazionalismo, antisemitismo, revisionismo) altre tematiche ambiguamente e genericamente “rivoluzionarie” e poi “noglobal”[9], principalmente ispirate da un antiamericanismo che è (evolianamente) “rivolta contro il mondo moderno”.

Gli anni ’90. La diaspora dei neofascisti

Ma è in seguito, negli anni ’90, che prende corpo un nuovo stimolo alla ripresa di temi di estrema sinistra da parte di gruppi di estrema destra. In seguito alla “svolta di Fiuggi” del ’95, il MSI si scioglie e viene fondata Alleanza Nazionale. A quel punto i delusi dal tradimento degli ideali neofascisti si riuniscono sotto la guida di Pino Rauti nel Movimento Sociale e Fiamma Tricolore, che raccoglie, oltre ai rautiani del MSI, tutta la galassia di estrema destra che negli anni ’70 era fuoriuscita dal MSI e i militanti delle frange estreme che erano state sciolte nel 1993 in seguito al “biennio nero”, in virtù del Decreto Mancino (Base Autonoma, Meridiano Zero, Movimento Politico Occidentale). Si formano altri gruppuscoli, come Opposizione Nazionale (guidato da Domenico Leccisi, legata all’apologia della RSI) o Fascismo e libertà (sotto la guida di Giorgio Pisanò, improntato a un programma di “sinistra” socializzatrice, legato agli ideali della Repubblica Sociale Italiana).

Nel periodo successivo, anche il MS-FT diventa stretto per i più radicali della formazione, che si trovano quindi a formare altri movimenti politici, a cominciare dal Fronte Nazionale [10] – che ricalca il movimento Front National lepenista.

Forza Nuova, facce vecchie

Forza Nuova nasce all’inizio come movimento d’opinione interno al Movimento Sociale – Fiamma tricolore, usando come mezzo di propaganda il bollettino “Foglio di lotta”[11]. Nel 1997, in seguito alla chiusura del Foglio di Lotta ad opera di Pino Rauti, si formalizza la nascita di Forza Nuova come movimento politico autonomo. È il 29 settembre la data scelta per la fondazione: giorno di san Michele Arcangelo, protettore della Guardia di Ferro di Codreanu, leader del fascismo romeno.

Nel programma di Forza Nuova è particolarmente accentuato il carattere cristiano-fondamentalista [12]. Ma la cosa interessante è quando FN affianca alle sue campagne cardine, come quella chiamata “compra italiano”, in cui vengono distribuiti generi alimentari nei quartieri periferici delle città, e ai campi estivi per bambini disagiati (che si riveleranno simili a campi paramilitari), la campagna di “Contropotere”, che riecheggia nei toni e nei metodi le idee dell’area dell’Autonomia operaia. È un progetto “culturale”, basato sulla creazione di spazi autogestiti, in cui creare “cultura” (musicale, letteraria, dibattiti). Ma è anche un modo per “creare strutture durature che garantiscano la continuità del movimento in caso di attacchi, tradimenti e atti repressivi”. Tra i progetti ce n’è anche uno che comportava l’acquisizione di un intero villaggio in Spagna.

La strategia di ripiegamento e creazione di “contropotere” ricorda da vicino quella adottata dall’area dell’Autonomia a partire dagli anni ’80, dopo la repressione iniziata alla fine degli anni ’70, che aveva portato all’arresto di moltissimi militanti di estrema sinistra.

L’area “non conforme” tra Forza Nuova e ribellismo sociale

Questi progetti, in qualche modo non perseguiti direttamente da Forza Nuova, né dal Movimento Sociale – Fiamma Tricolore, vengono portati avanti da elementi di destra radicale, legati a Gabriele Adinolfi (anche lui proveniente da Terza Posizione e dalla latitanza in Inghilterra), e porteranno, in particolare nella zona di Roma, alle cosiddette “occupazioni non conformi”.

L’area “non conforme” si dedica così alla costituzione di spazi sociali -a Roma vengono occupate e adibite a luoghi di “controcultura” le cosiddette Casa d’Italia, Casa Pound, Casa Montag…, così come viene gestito un pub nel quartiere di Colle Oppio, il Cutty Sark [13] -, al circuito della “musica non conforme” e a dibattiti culturali-letterari-politici, sulle figure di Julius Evola, Nicola Bombacci [14] – il fascista rosso -, di Codreanu e della sua Guardia di Ferro, di Clemente Graziani (co-fondatore di Ordine Nuovo insieme a Pino Rauti negli anni ’50). Crea inoltre circuiti di “controinformazione”[15] molto simili a progetti analoghi di sinistra (Noreporter ricorda Global Project e Altermedia [16]ricalca Indymedia).

Danno spazio a questa area politica alcune riviste di estrema destra, da Orion a Rinascita. Quest’area (che non si contrappone a Forza Nuova, ma nemmeno ne fa parte) accentua il carattere “sociale” del suo programma idealpolitico e al contempo rifiuta il tradizionalismo catto-integralista e razzista di FN.

Viene dato molto risalto al problema della casa ed elaborato un progetto (denominato “mutuo sociale”), che scimmiotta i programmi di riappropriazione e di riutilizzo delle abitazioni sfitte dell’estrema sinistra, con riferimenti però al programma della Repubblica Sociale, alla Carta di Verona, alle teorie contro l’usura e le banche di Ezra Pound.

A fare da sfondo a quest’area c’è l’associazione Polaris. Secondo quanto scrive Gabriele Adinfolfi sul suo sito [17]: “Polaris […] è un progetto di Think Tank volto a:

− trasmutare nell’epoca globale, post-sociale, dell’iperconsumismo, principi e modelli di riferimento etico, storico e sentimentale, rinnovandoli completamente
− produrre una mutazione antropologica (“dal ghetto all’avanguardia”) che consenta a portatori di idee forti di passare dalla sterilità marginale e passiva dell’antagonismo ad un progetto di “qualifica delle élite”, in un’ottica di protagonismo, di affermazione e non di negazione.”

Il progetto Polaris si propone – in coerenza con l’area “non conforme” che vuole rappresentare – di “acquisire spazi liberati, fornire esempi tangibili, smuovere le situazioni stagnanti, condizionare le incursioni dell’elitismo pragmatico, potenziare gli assalti culturali ed essere infine fascio di forze rivoluzionario e controsovversivo”.

Tutta l’analisi di Adinolfi riecheggia le teorie del movimento noglobal, in particolare quelle dell’ex area dell’autonomia, legate al pensiero di Toni Negri e dell’area dei “Disobbedienti”, salvo il fatto di riconvertirle inserendole in un percorso neofascista-evoliano, che prepari le “élite” del futuro, sulla base dell’“androcentrismo”, della “socializzazione” e – in estrema sintesi di una “rivoluzione controsovversiva”[18].

Le teorie di Adinolfi e di quest’area hanno un’influenza che va oltre Forza Nuova e il MS-FT, tanto da echeggiare nella base (giovanile) di AN. Non è un caso se una delle occupazioni a Roma (sgomberata nel maggio 2005) è quella del Foro753, ad opera di militanti di Azione Giovani.

L’area che fa capo a Adinolfi ha tentato anche di presentarsi alle elezioni (regionali 2005), con alcune candidature molto pubblicizzate, come quella di Guaglianone (già tesoriere dei NAR negli anni ’70-’80) a Milano nelle liste di AN e quella di Gerry (Germano Buccolini) nella Lista Storace a Roma (campagna contraddistinta dallo slogan “mutuo sociale”).

I cospirazionisti, tra integralismo cattolico antisemita e signoraggio

Un’altra area che si lega indissolubilmente con le teorie “noglobal” è quella “cospirazionista”, che non è contrapposta all’area “non conforme”, ma che però recupera spesso e volentieri l’integralismo cattolico come stella polare delle proprie idee. Si ascrive a quest’area una serie di “intellettuali”, frequentatori della rete internet e dei forum pubblici di sinistra, in particolare Indymedia, che permette loro di pubblicare liberamente ogni loro scritto.

Tra questi si distingue Maurizio Blondet, già “cane sciolto” dell’estrema destra cattolica e prolifico saggista [19]. Maurizio Blondet ha approfondito negli ultimi anni lo studio relativo alla “verità sull’11 settembre”, mettendo insieme le contraddizioni (vere e false) della “versione ufficiale” con teorie complottiste spinte, legate al Bilderberg, alla Trilateral, e ispirate da un nemmeno troppo celato antisemitismo di fondo. Grazie a queste teorie, Blondet si è accreditato (e tenta di accreditarsi) in alcune occasioni come interlocutore per l’area “noglobal” di sinistra.

Maurizio Blondet, giornalista di Avvenire, pubblica i suoi libri per la casa editrice Effedieffe [20]. A Milano (via Ariosto 34) esiste anche una libreria, legata alle edizioni Effedieffe. È la libreria Ritorno al reale che, dal novembre 2001, “diffonde testi di religione, filosofia, storia e politica ignorati dalla cultura dominante, sia in commercio che di difficile reperibilità nel circuito librario. La libreria non ha uno scopo commerciale ed ignora pertanto, volutamente, le opere che contrastano l’orientamento cattolico di fondo”[21].

Sempre nel versante cattolico-integralista si distingue Massimo Introvigne, direttore del Cesnur, un osservatorio sulle sette, che si occupa da anni di salvaguardare la religione cattolica dall’agguato delle “nuove religioni”. Di stampo cattolico di estrema destra sono anche la Fraternità sacerdotale di Mons. Lefebvre (http://www.sanpiox.it) e il sito http://www.sodalitium.it [23], oltre al gruppo Militia Christi e al Centro Culturale Lepanto.

Tra i siti complottisti di estrema destra si segna la New World Order (http://www.nwo.it/). Altri singoli intellettuali si distinguono per le loro teorie “culturali” echeggianti tematiche noglobal e per il sistematico tentativo di rivolgersi proprio agli ambienti della sinistra radicale, spesso solidarizzanti con le componenti fondamentaliste dell’Islam radicale.

Si pensi ai presunti studi sul cosiddetto signoraggio, diretti a dimostrare lo strapotere del sistema bancario (anche qui si echeggia Ezra Pound) sul popolo. Dietro alcuni di questi studi si trovano esponenti della destra radicale, come Marco Saba [24] – ricercatore di un fantomatico Centro Studi Monetari.

Domenico De Simone è un altro presunto esperto di “signoraggio”. I suoi libri sono stati pubblicati dalla Settimo Sigillo (storica casa editrice neofascista), ma anche da Malatempora [25] – casa editrice/collettivo libertario e anarchico [26].
Altro esperto di signoraggio è Nino Galloni, anch’esso (come Marco Saba) legato alla “onlus” Centro Studi Monetari [27].

Dagoberto Hussayn Bellucci è anch’esso un assiduo frequentatore di Indymedia [28], in cui inserisce i suoi pareri sulla questione islamica, con un linguaggio fortemente antisemita. Fa corrispondenze dal Libano [29] attraverso il suo sito (http://www.moqawama.net/). Convertito all’Islam, ha scritto vari libelli contro le “lobby ebraiche” e scemenze del genere [30]. Dagoberto Bellucci è stato militante del MSI e di Avanguardia.

I comunitaristi o socialisti nazionali

Ma il maggior successo operato dalla destra radicale nei suoi tentativi di “convergenza” con le frange dell’estrema sinistra si è registrato con le frange “antiamericaniste” di estrema sinistra, in particolare con i militanti del Campo Antimperialista [31], movimento guidato da Moreno Pasquinelli, presente specialmente in Umbria e Toscana.

È questo gruppo – insieme ad altri – ad aver costituito i Comitati Iraq Libero, ideatori di una manifestazione nel dicembre 2003 “a favore della resistenza irachena”[32], così come di una sottoscrizione via internet “per la resistenza irachena”.

Queste iniziative sono state pubblicamente smascherate e additate come ambigue dalla maggioranza del movimento noglobal [33]. Ciò non ha impedito che continuassero i rapporti tra frange dell’estrema destra e dell’estrema sinistra. Sistematicamente le riviste della destra radicale più violentemente antiamericane ospitano testi del Campo, di Pasquinelli o di Costanzo Preve (filosofo “marxista”) e le case editrici di destra estrema ne pubblicano i testi [34]. Le attenzioni sono ricambiate, con inviti a parlare nei campeggi “antimperialisti”.

L’area di riferimento neofascista che intrattiene rapporti con gli antimperialisti di estrema sinistra è chiamata correntemente “comunitarista” [35]. Di quest’area fanno parte – fra gli altri – Stefano Vernole, Carlo Terracciano, Claudio Mutti, Daniele Scalea, Francesco Boco e Tiberio Graziani.

Le idee di fondo si rifanno a un “socialismo nazionale” o socialfascismo [36] ispirato (come sempre) a Julius Evola [37]. Ma centrale è l’antiamericanismo, peraltro associato all’“antisionismo” che sconfina facilmente nel razzismo antisemita e nel revisionismo negazionista [38].

“Il progetto mondialista di conquista del pianeta fa oggi dell’America il NEMICO DEL GENERE UMANO.” [39]

Questa area politica (che si fregia di fare della “geopolitica”) si avvale di riviste e case editrici [40].

Il gruppo AAARGH [41] – Antichi Amatori di Racconti e Gesta sull’(H)olocausto – è il più esplicitamente antisemita. Pubblica una rivista on line – Il resto del Siclo [42] -, che raccoglie le stesse tematiche di Progetto Eurasia, con le stesse firme (Claudio Mutti, Stefano Vernole, Daniele Scalea, Maurizio Blondet, ecc.), accompagnate da scritti negazionisti di Faurisson, Serge Thion, Carlo Mattogno, ecc. Dalla homepage del sito dell’AARGH è possibile scaricare in pdf tutta la paccottiglia negazionista sulle camere a gas e i campi di concentramento.

Le tesi comunitariste non sono peraltro che un aggiornamento delle “teorie” pubblicate dagli stessi personaggi già a partire dagli anni ’80 attraverso le riviste Orion [43] e L’uomo libero, che invece di parlare di “antiglobalizzazione” discutevano di “antimondialismo”.

Il gruppo comunitarista si stacca (sotto la guida di Maurizio Neri, già inquisito e incarcerato negli anni ’80 per attività neofasciste) dal Fronte Sociale Nazionale nel 1999, per fondare il gruppo Rosso è nero, poi trasformatosi in Socialismo e Liberazione [44], il gruppo di riferimento dei comunitaristi [45].

Scrive Costanzo Preve, leader dei comunitaristi e filosofo: “dichiaro solennemente che il mio interesse primario va alla riclassificazione strutturale delle culture politiche ereditate dal Novecento”, infatti “sia il veterocomunismo sia il veterofascismo sono fenomeni storicamente conclusi, almeno a mio parere”. Ne deriva che l’unità deve avvenire in una “rinascita” che recuperi il buono che c’è nel comunismo e nel fascismo.

Socialismo e liberazione apre il suo sito con una citazione di Che Guevara.

Dell’area comunitarista fa parte anche il gruppo Rinascita Nazionale, staccatosi anch’esso dal Fronte Sociale Nazionale e guidato da Ugo Gaudenzi [46].

Altro gruppo che si ritrova collegato ai comunitaristi è un altro movimento uscito dagli anni ’80 e dalle esperienze delle riviste Orion e L’uomo libero. Si tratta della Comunità Politica di Avanguardia [47]. La comunità politica di Avanguardia (e la rivista) nascono nel 1982, tra militanti del Fronte della Gioventù. Nel 1991 il gruppo fuoriesce dal MSI. Tra i suoi leader l’avvocato pescarese Maurizio Lattanzio.

Il Progetto Eurasia è anch’esso legato alle stesse persone. Pubblica una rivista (http://www.eurasia-rivista.org/), il cui direttore responsabile è Tiberio Graziani. I redattori sono Aldo Braccio, Aleksandr Dugin [48], Tiberio Graziani, Claudio Mutti [49], Daniele Scalea, Martin A. Schwarz, Carlo Terracciano, Stefano Vernole. La rivista è edita dalle Edizioni all’insegna del Veltro, di Parma (http://www.insegnadelveltro.it).

Tra gli articolisti si trovano Tiberio Graziani (autore di tutti gli editoriali), Gabriele Garibaldi, Lev Gumilev, Aldo Braccio, Luigi De Anna, Henri de Grossouvre, Dragos Kalajic, Claudio Mutti, Costanzo Preve, Daniele Scalea, Martin A. Schwarz, Ernesto Sultanov, Carlo Terracciano, Gennadij Zjuganov, Enrico Galoppini…

La Nazione Eurasia (http://lanazioneeurasia.altervista.org/) apre il sito con citazioni di Ezra Pound, Julius Evola e Che Guevara. Gli articoli sono dedicati all’apologia di Jean Thiriart, Julius Evola, Drieu De La Rochelle e improntati all’antiamericanismo. Sulla rivista è stato lanciato un appello per la liberazione di Moreno Pasquinelli e degli altri militanti del Campo Antimperialista tratti in arresto nel 2004.

La Nazione Eurasia è una rivista telematica. “È una iniziativa «militante» (anche se apartitica e, sostanzialmente, non schierata politicamente), la massima diffusione è il suo solo obiettivo, e pertanto essa è completamente gratuita; copie, citazioni, ecc. Non solo sono permesse, ma addirittura incoraggiate (a patto che non presentino distorsioni finalizzate a diffamare il lavoro de La Nazione Eurasia).” È “una rivista di geopolitica e geoeconomia, ma anche di politica, cultura e antropologia. Il suo fine principale è quello di offrire analisi e informazioni alternative e più corrette rispetto ai canali d’informazione ufficiali”.

“Le argomentazioni de La Nazione Eurasia ruotano attorno alla particolare visione dell’“eurasiatismo”, che rifiuta il concetto di “Occidente” da Los Angeles a Tokio passando per Roma, contrapponendogli anzi l’intima unità spirituale e geopolitica dell’Eurasia. L’obiettivo della rivista è di propagandare l’idea di un’Europa Unita politicamente, spiritualmente e militarmente da Dublino a Vladivostok, un’Europa che si ponga come alternativa all’Occidente abbracciando i valori della tradizione, della difesa di tutte le culture e civiltà, e opponendo alla barbarie capitalista una nuova società comunitaria”.

Tra gli articolisti i soliti nomi della galassia comunitarista: Daniele Scalea, Stefano Vernole, Claudio Mutti, Tiberio Graziani, Drieu la Rochelle, Rutilio Sermonti, Carlo Terra cciano, Giovanni Luigi Manco, Andrea Manvisi, Hermann Wirth, Giacomo Catrame, Fabio Pini, Ernest Sultanov, Alain de Benoist, Robert Steuckers, Elke Rolling, Aleksandr Dugin, Riccardo Paradisi, Andrea Marcigliano, Adriano Segatori, Gian Franco Spotti, Ugo Gaudenzi, Alessia Monteverdi, Maria Grazia Ardissone, Jeffrey Steinberg, Gabriele Adinolfi, Paolo Santoro, Fabio Pini, Luca Leonello Rimbotti, René Pellissier, Jean Thiriart, Danilo Valorio.

Vengono inoltre copiati e incollati articoli da altri siti/riviste. Sono articoli di persone di sinistra o comunque non collegabili all’estrema destra. Tra di essi ad esempio il giornalista Riccardo Orioles, Massimo Fini, Michel Chossudovsky, Fulvio Grimaldi, Padre Jean-Marie Benjamin, Robert Fisk, Thierry Meyssan, John Pilger, Moreno Pasquinelli, Danilo Zolo, Charles Champetier.

A La Nazione Eurasia si collegano direttamente i seguenti siti/gruppi: Il Franco Tiratore – Progetto Eurasia – Italia Sociale – Società Nazionale.

Italia Sociale (http://www.italiasociale.org/) si autobattezza “Il settimanale del socialismo nazionale”. Il Direttore Responsabile è il solito Ugo Gaudenzi, il Direttore Politico Federico Dal Cortivo (anche editore). Il Responsabile Culturale è invece Roberto Muttoni.

Fra i collaboratori fissi troviamo il gen. Amos Spiazzi, Stefano Andrade Fajardo, Tazio Poltronieri, il prof. Primo Siena, Franco Andreetto, Andrea Cucco. Fra i collaboratori esterni troviamo ancora i soliti nomi: Carlo Terracciano, Maria Lina Veca, Claudio Mutti, Gian Franco Spotti, Stefano Vernole, Francesco Boco, Ercolina Milanesi, Marco Cottignoli, Savino Frigiola.

Le “infiltrazioni”

Ma non è solo sulle liste antimperialiste e tra i firmatari delle petizioni Iraq Libero che si trovano le tesi e i nomi dei “comunitaristi” e dei complottisti. Le loro tesi e i loro scritti non vengono pubblicati solo dall’incolpevole Indymedia, che adottando l’open publishing totale vi si espone inevitabilmente.

Sono vari i siti “di sinistra” e di controinformazione in cui i neofascisti di questa area riescono a fare breccia. In particolare le loro tesi vengono spesso riprese su siti come disinformazione.it, censurati.it, aljazira.it, comedonchisciotte.

Su aljazira.it è ad esempio presente un articolo del luglio 2005 sul Mossad in Italia di Stefano Vernole – di Progetto Eurasia – [50]. Vernole è stato anche intervistato da SkyTg24 [51] a proposito delle elezioni in Iraq del gennaio 2005. Anche Dagoberto Bellucci usa il sito aljazira.it per i suoi proclami, così come Peacelink.

Su disinformazione.it sono presenti reiterate interviste a Maurizio Blondet [52] e ad altri esperti di signoraggio.

Su nuovimondimedia viene venduta la rivista La Nazione Eurasia [53]. Basta guardare a personaggi come la giovane “giornalista freelance” Antonella Ricciardi per rendersi conto della commistione destra-sinistra che in rete trova ampi spazi. Sull’homepage, accanto a una bandiera della pace (http://www.antonellaricciardi.it/), si legge: “ha collaborato e collabora con i seguenti giornali: Altrasinistra, L’altra voce, Rinascita, Avanguardia, Orion ed il Quotidiano di Caserta. I suoi articoli, oltre che su questo sito, sono riportati in parte anche su altri: Legnostorto, Politica on line, Come don Chisciotte, Arab Comint.”

Conclusioni

Le idee portate avanti dai neofascisti del 2000 sono sostanzialmente le stesse dei neofascisti di 10, 20 e 50 anni fa. Si tratta di aggiornamenti di vecchie (vecchissime) “teorie”, in cui la lobby giudo/pluto/massonica nazista viene sostituita dalla lobby mondialista e il razzismo è sostituito dal “no all’immigrazione” e “no al multiculturalismo”.

Continuano a proliferare negazionisti dello sterminio nazista ed esaltazione del regime fascista. I progetti più raffinati, come quello portato avanti dall’area “non conforme”, portano avanti in ogni caso le stesse posizioni, che solo a un occhio ingenuo possono risultare accomunabili con le posizioni del movimento “noglobal”.

La difesa delle differenze culturali invocata dai social forum è usata dai neofascisti per invocare la chiusura delle frontiere. L’anticapitalismo e l’attacco alle multinazionali sono visti in modo regressivo, per un “ritorno” a un’era pre-moderna, in un’ottica restauratrice e reazionaria. La contrapposizione al potere statuale è necessaria al formarsi di una nuova élite, e non a una rivoluzione in senso democratico o socialista. I collettivi e le assemblee della sinistra radicale sono contrapposti alle comunità neofasciste. Il sindacalismo è sostituito idealmente dal corporativismo, né più né meno come 60 anni fa.

All’interno della contrapposizione al potere dell’Occidente (e degli Stati Uniti) i neofascisti si schierano con i peggiori movimenti dell’Islam radicale: con Hamas piuttosto che con il FPLP o l’ANP in Palestina; con le forze nazicomuniste russe, a fianco dei residuati neonazisti americani. In sostanza se i neofascisti sono (o appaiono essere) contro gli stessi “nemici” della sinistra antagonista, sono completamente opposti gli amici e gli obbiettivi.

Per fare un esempio concreto, il referendum sulla Costituzione Europea che ha visto in Francia vittoriosi i NO ha coagulato due diverse opposizioni, di destra (estrema) e di sinistra (radicale), su un obbiettivo unico: quello di rifiutare un modello di Costituzione ritenuto liberista. Ma le due opposte opposizioni avevano in testa due modelli di costituzione alternativi del tutto incompatibili. Da parte dei movimenti di sinistra si pensa a un Europa con più diritti sociali, con maggiore tolleranza e apertura rispetto agli immigrati, con minori poteri centrali. Da parte della destra estrema si vuole chiudere l’Europa all’ingresso di stranieri, per costruire una “patria” europea (possibilmente invocandone le “radici cristiane”).

A supporto infine della tesi per cui i neofascisti pur attestandosi come rivoluzionari risultano solamente il braccio violento e intollerante del potere capitalista, vi sono, oggi come nel passato, i riscontri processuali, come la recente inchiesta che ha scoperto la rete della DSSA, a cavallo tra servizi segreti, forze armate e neofascismo, così come i continui attacchi con bastoni e spranghe a centri sociali e militanti di sinistra.

Bibliografia essenziale in rete
Estrema destra. Dai nazimaoisti ai nazionalcomunitari, «Umanità Nova» n. 35 del 5 novembre 2000
(http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2000/un35/art1333.html)

I negazionisti italiani, Luigi Vivarelli (http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/negaz-ita/negaz0.htm#n01)

L’arcipelago nero, Osservatorio Democratico, 2000
(http://www.rifondazione.it/osservatorio/oth_pg.asp?record_ID=2182&Class_ID=1004)

La quadratura del cerchio. Infiltrazione o progetto politico?, L’Avamposto degli incompatibili, 2003
(http://www.controappunto.org/resistenza/fascistinelcampo/infiltrazioni.html)

La strage di stato – capitolo su Mario Merlino, 1970 (http://www.uonna.it/mrfsc.htm)

Quando il fascismo si tinge di rosso, Archivio Antifascista Venezia (http://www.intermarx.com/ossto/archivio.html)

Note

[1] http://www.informagiovani.it/30anni68/30immagdestra.htm
[2] Tra i principali militanti di Lotta di Popolo si distinguono: Sergio Donaudi, Gianni Marino, Aldo Guarino, Ugo Gaudenzi,
Enzo Maria Dantini, Serafino Di Luia, Franco Stolzo.
[3] Molti episodi sono narrati nella nota controinchiesta del 1970 “La strage di stato”, tra cui spiccano quelli relativi a Mario Merlino, noto neofascista, che circolò in diversi collettivi di estrema sinistra, per finire inquisito per la strage di Piazza Fontana, in quanto esponente del gruppo anarchico XXII Marzo, di cui faceva parte anche Valpreda. Mario Merlino, assolto dall’accusa di strage, continuerà la sua attività politica neofascista fino ai giorni d’oggi e continua ad insegnare filosofia in una scuola secondaria sulla via Casilina a Roma.
[4] Costruiamo l’azione viene fondata nel 1978 da Paolo Signorelli. Svilupperà le sue “idee” soprattuto in carcere, visto che Signorelli e altri finiranno in manette dopo poco. Paolo Signorelli era stato già militante di Ordine Nuovo e quindi leader del movimento giovanile di ON (i Fasci di Azione Studentesca).
[5] Tra i principali leader di Terza Posizione c’era Gabriele Adinolfi, fuggito nel 1980 in Inghilterra, poi passato attraverso l’ambigua associazione di “volontariato” Nuova Acropoli e oggi impegnato “intellettuale” alla guida dell’area di destra radicale cui fanno capo le “occupazioni non conformi” a Roma e il sito noreporter. Ha anche un sito personale (http://www.gabrieleadinolfi.it/), da cui propaganda la sua idea “metapolitica”. E’ l’ideatore del movimento Polaris.
Altro leader di TP era Roberto Fiore, fuggito in Inghilterra dopo l’ordine di cattura per banda armata e fondatore, insieme a Massimo Morsello (dei NAR) di un’agenzia di viaggi (Meeting Point/Easy London). Dopo la lunga militanza dall’estero, Roberto Fiore è tornato in Italia a metà degli anni ‘90, per fondare il movimento politico Forza Nuova, espressione di un estremismo neofascista fortemente connotato di integralismo cattolico. Secondo le accuse di Valerio Fioravanti, Fiore e Adinolfi, fuggendo all’estero nel 1980, portarono con sé la cassa di Terza Posizione. Il terzo e ultimo leader riconosciuto e fondatore di TP era Francesco Mangiameli, detto Ciccio, morto in circostanza misteriose, ucciso dai NAR di Valerio Fioravanti. Dopo le prime perquisizioni contro i leader di TP, nel 1979 il movimento sarà guidato da Giorgio Vale, che porterà una svolta “militarista” e operativa nel gruppo. Secondo alcune riviste inglesi (Searchlight e il Guardian) Fiore e Morsello vennero reclutati in Libano all’inizio degli anni ‘80 dai servizi segreti inglesi, che li coprirono (negando l’estradizione all’Italia) in cambio di informazioni sui campi di addestramento libanesi. Vd. Anche la pagina web: http://www.terrelibere.it/counter.php?riga=192&file=192.htm#_Toc98921113
[6] La Nuova Destra si ispira al movimento culturale Nouvelle Droite, nato in Francia (ad opera di Alain De Benoist), che cercò di innovare la cultura neofascista. Alcuni esponenti di spicco della Nuova Destra italiana cercarono un dialogo con intellettuali di sinistra, trovando una sponda ad esempio in Massimo Cacciari e Giampiero Mughini, all’epoca intellettuali di sinistra. Tra i principali esponenti della Nuova Destra vi erano Marcello Veneziani (finito a dirigere L’Italia Settimanale e poi a diventare consigliere RAI in quota Alleanza Nazionale. Collabora con Libero), Gianfranco De Turris (poi presidente della Fodazione Julius Evola), Marco Tarchi (professore di storia e direttore di Diorama letterario).
Un intellettuale e storico legato alla Nuova Destra, Franco Cardini, sarà poi molto ascoltato a sinistra per la sua opposizione alla guerra in Irak e al governo Berlusconi.
[7] In quegli anni si svolgono i primi Campi Hobbit.
[8] Tra i cantautori in quegli anni si fa strada Massimo Morsello, il “De Gregori di destra”, poi condannato per la sua appartenenza ai NAR, fuggito in Inghilterra (dove dirige l’agenzia Meeting Point) e infine tornato in Italia per fondare Forza Nuova. Morirà di tumore nel 2000.
[9] Qui http://www.gebladerte.nl/30034v01.htm si può ad esempio leggere un’analisi sulla posizione della Nuova Destra olandese.
[10] Il Fronte Nazionale (o Fronte Sociale Nazionale) viene fondato da Adriano Tilgher, già militante negli anni ‘70 di Avanguardia Nazionale.
[11] Vd. http://www.terrelibere.it/counter.php?riga=192&file=192.htm#_Toc98921113 .
[12] I punti fondamentali del programma di Forza Nuova sono 8: 1: abrogazione delle leggi abortiste; 2: famiglia e crescita demografica al centro della politica di rinascita nazionale; 3: blocco dell’immigrazione e avvio di un umano rimpatrio; 4: messa al bando di massoneria e sette segrete; 5: sradicamento dell’usura e azzeramento del debito pubblico; 6: ripristino del concordato Stato-Chiesa del 1929; 7: abrogazione delle leggi liberticide Mancino e Scelba; 8: formazione di Corporazioni per la difesa dei lavoratori e della comunità nazionale.
[13] Il Cutty Sark subisce un attentato notturno ad opera di sconosciuti all’inizio del 2005.
[14] “Se Lenin, che ho sempre stimato profondamente, fosse vissuto, il programma dell’Urss sarebbe stato diverso.
Avremmo visto con tutta probabilità Fascismo, Nazionalismo e Bolscevismo uniti contro l’altro nemico: la plutocrazia.” (N. Bombacci)
[15] Altri siti di “informazione non conforme” sono: – http://www.internettuale.net/ , gestito da Giuseppe Spezzaferro – http://it.novopress.info/ – http://www.rinascita.info/ – http://www.perimetro.com/
[16] http://it.altermedia.info/
[17] http://www.gabrieleadinolfi.it/giu.html
[18] cfr. ilmanifesto di Polaris: http://www.centropolaris.org/manifesto.asp
[19] Questa una bibliografia delle opere di Maurizio Blondet per Effedieffe: – Israele usa il terrorismo islamico (Effedieffe 2005) – La strage dei genetisti (Effedieffe 2004) – Schiavi delle banche (Effedieffe 2004) – Osama Bin Mossad (Effedieffe 2003) – Chi comanda in America (Effedieffe 2002) – 11 settembre colpo di stato in USA (Effedieffe 2002) – L’uccellosauro ed altri animali (Effedieffe 2002), contro il darwinismo – Cronache dell’anticristo (Effedieffe 2001), contro le lobby – I nuovi barbari. Gli skinheads parlano (Effedieffe 1993).
[20] http://www.effedieffe.com/ “La casa editrice Effedieffe, nata nel 1989, si propone di combattere la battaglia, sia formativa che informativa, per la difesa del cattolicesimo e della Chiesa cattolica (oggi drammaticamente infiltrata dal nemico, ma pur sempre la vera Chiesa di Dio) e per la ricostruzione spirituale, morale e culturale degli italiani”.
Oltre ai testi di Blondet, questo è un elenco di quasi tutte le pubblicazioni Effedieffe:
Pranaitis “I segreti della dottrina rabbinica” (2005); E. M. Radaelli “Il mistero della sinagoga blindata” (2002), contro il Concilio Vaticano II; P. Vassallo “Le culture della destra italiana” (2002); L. Garibaldi “Vita col duce” (2001); P. C. Landucci “Il dio in cui crediamo” (2001) contro evoluzionismo e Einstein; P. Possenti “Le radici degli italiani” (2001); J. Dumont “La chiesa ha ucciso l’impero romano e la cultura antica?” (2001); V. Mattioli “Massoneria e comunismo contro la chiesa in Spagna” (2000); G. Babeuf (1990, 2000 seconda ed.) “La guerra della Vandea e il sistema dello spopolamento” (2000); M. Di Giovanni “Indagine sul mondialismo. Il diavolo probabilmente” (2000); R. Pernoud “I templari” (2000); AA. VV. “Aborto. Il genocidio del XX secolo” (tra gli autori M. Blondet, Luigi Di Bella, Philppe Du Chalard, Xavier Dor, Mario Palmaro, Niamh Nic Mhathuna, Maxim Obukhov, Hugues Petit, Johanna Grafin von Westphalen) (2000); H. Wast “Oro” (1999); Safarevic “Il socialismo” (1999); R.
Cammileri “Fregati dalla scuola” (1999); Franco Accame “Elegia” (1999) poesie dedicate a Mussolini; AA. VV.
“Sergio Ramelli” (1998); G. Thibon “Ritorno al reale” (1998) sulla fisiologia sociale; M. Di Giovanni e Fabio Pedretti “Agricoltura e mondialismo” (1998); M. Viglione “La Vandea italiana” (1995), prefazione di Roberto De Mattei; M. Introvigne “La sfida della reincarnazione” (1994); S. Nitoglia “Islam. Anatomia di una setta” (1994), pref. di Roberto De Mattei; “Tra leghe e nazionalismi”, a c. di Massimo Introvigne (1993); J. Dumont “Il vangelo delle Americhe”(1992); M. Introvigne “Il ritorno della magia” (1992); G. Oniglio “Bandiere di libertà ” (1992), filo- leghista, con prefazione di G. Miglio; R. Secher “Il genocidio vandeano” (1991); J. F. Mayer “Le sette” (1990); J. Dumont “I falsi miti della rivoluzione francese” (1990).
[21] Altra libreria on line è Librad (http://www.librad.com/), che si occupa della distribuzione via internet di testi e gadget neofascisti. Il sito è in doppia lingua (francese e italiano). Vende libri e riviste, ma anche bandiere (Iraq e Palestina), distintivi (Che Guevara, Mussolini, la Phoenix, la croce celtica, il Fronte Nero…) e magliette (di Mussolini, dell’IRA, del Partito Nazional-bolscevico, ecc.) nonchè altro (la kefia palestinese, un poster dell’IRA. Lo stesso fa la Libreria di Ar.
[23] Finalità dell’istituto: Con la celebrazione del Santo Sacrificio della Messa, i sacerdoti dell’Istituto intendono rendere a Dio la gloria che gli è dovuta; per tutti i membri, poi, l’Istituto intende rappresentare, in questi tempi di disorientamento, uno strumento per perseverare nella fedeltà assoluta al deposito della fede rivelata da Dio e proposta dall’infallibile magistero della Chiesa cattolica. Altre finalità dell’Istituto sono la diffusione della devozione alla Madonna, specialmente sotto il titolo di Madre del Buon Consiglio, la propagazione della buona dottrina, con particolare attenzione ai problemi teologici contemporanei, e la conseguente lotta contro le eresie opposte alla fede cattolica, la formazione intellettuale, spirituale e disciplinare del clero, la pratica delle opere di misericordia spirituali e corporali. Lo spirito dell’Istituto è riassunto dal suo motto: Gloria a Dio, fedeltà alla Chiesa, santità per noi, carità per il prossimo.
[24] Su Indymedia è stato ampiamente dimostrato il carattere ambiguo di Marco Saba, sospetto di far parte della DSSA, organizzazione paramilitare neofascista legata ai servizi segreti, ma anche dichiarato difensore di Francesco Pazienza, collaboratore dei servizi e secondo Marco Saba ingiustamente incarcerato. Cfr:
http://italy.indymedia.org/news/2005/06/820709_comment.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/07/842091.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/07/831531.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/07/825363.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/06/809952.php
[25] De Simone e Quattrocchi (del Collettivo Malatempora), parteciparonono a un convegno contro il liberismo organizzato dalla Comunità politica di Avanguardia il 27 settembre 2003. Cfr. “Riannodiamo i fili del passato col presente”. A cura del c.s.o.a. ex Snia Viscosa. Cfr. anche http://www.avanguardia.tv/civita_27.htm il manifesto del convegno: http://www.avanguardia.tv/man212b.jpg La lettera di Quattrocchi e De Simone: http://www.disinformazione.it/malatempora.htm
[26] vd. Il sito di De Simone (http://www.domenicods.tk/). Nella pagina dedicata alla sua autobiografia, De Simone sostiene di aver partecipato al movimento del ‘68, quindi aderito (fino al ‘75) al gruppo del Manifesto, per poi esercitare la professione di avvocato fino al 2000, quando si è dedicato alla pubblicazione di saggi. Sostiene di essere “libertario”, quindi non collegabile né alla sinistra né alla destra.
[27]http://www.disinformazione.it/intervistagalloni.htm ;
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=118 ;
http://www.larouchepub.com/other/interviews/2005/3207nino_galloni.html .
[28] L’entrata di Dagoberto Bellucci su Indymedia è accompagnata dalla difesa di tale Amina Donatella Salima, che lo difende dagli utenti che lo accusano per le sue idee destrorse e antisemite. Scrive ad esempio Amina: “Personalmente appoggio l’entrata di Tareq Ramadan nel movimento no global e penso che noi musulmani guadagnamo soprattutto a sinistra ma penso anche che con un certo tipo di fasci- quelli antiamericani ed antisionisti- si possa fare FRONTE UNCO ANTIMPERIALISTA”.
Cfr. http://italy.indymedia.org/news/2005/08/855347_comment.php#858385
[29] La cosiddetta agenzia di stampa Islam-Italia produce bollettini distribuiti dalla Libreria Europa di Roma, riferimento da sempre della destra evoliana.
[30] “Iraq 2003 – La seconda guerra giudaica contro Saddam Hussein” e “I-Tal-Ya. Ebrei e Lobbies ebraiche in Italia” sono editi da Effepiedizioni.
[31] Pasquinelli verrà arrestato insieme ad altri dirigenti del Campo Antimperialista nell’aprile 2004 per presunti aiuti ad un gruppo terrorista turco. Pasquinelli è stato precedentemente militante di Voce Operaia.
Vd. http://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/cronaca/terroita/schedapas/schedapas.html .
[32] Tra i firmatari dell’appello per la manifestazione del 6 dicembre 2003, poi rimandata al 13 dicembre, risultano tra gli altri Claudio Mutti e Maurizio Neri (noti “comunitaristi”), Walter Catalano e altri militanti di destra radicale.
[33] Cfr. “La strategia del camaleonte”, feature di Indymedia pubblicata il 20 luglio 2003.
[34] Cfr. ad esempio “Comunitarismo Filosofia Politica” di Costanzo Preve: http://www.noctuaedizioni.it/comunitarismo.htm
[35] Alcuni dei siti internet che fanno riferimento all’area comunitarista: – http://www.terradegliavi.org/ sito del Coordinamento Progetto Eurasia – http://www.italiasociale.org – http://www.aaargh.com.mx/ital/ital.html o http://vho.org/aaargh/ital/ital.html sito negazionista dell’olo- causto – http://www.centrostudilaruna.it/index.html sito gestito da Claudio Mutti.
[36] cfr. “Socialfascismo” http://www.noctuaedizioni.it/socialfascismo.htm
[37] Nella home page di “La terra degli avi” si legge una lunga citazione di Carlo Terracciano (”Rivolta contro il mondialismo moderno”), tra cui: “La Tradizione e’ Rivoluzione, etimologica e reale.
Essa “re-volve” e ritorna alle Origini, ma non prima di aver completato il suo Ciclo, la sua rotazione, la sua astronomia “rivoluzione” appunto! La Dottrina delle Tre Liberazioni, che possiamo anche definire Dottrina della Liberazione Integrale, intende trattare gli aspetti COMUNITARI della libertà dell’uomo, inteso non come singolo individuo, bensì quale Persona; non Monade isolata e conclusa, ma parte organica di un tutto, membro attivo e cosciente, funzionale alla Comunità . Essa tratta quindi della LIBERAZIONE NAZIONALE, LIBERAZIONE SOCIALE e LIBERAZIONE CULTURALE.”
[38] Cfr. ad esempio “Menzogne dell’industria dell’olocausto” http://www.terradegliavi.org/la_merica/menzogne_olocausto.htm
[39] http://www.terradegliavi.org/la_merica.htm
[40] Case editrici che pubblicano testi dei “socialisti nazionali” antimondialisti sono: Noctua, Edizioni di AR.
[41] Lo stato francese ha convocato nel marzo 2005 i provider nazionali per cercare di filtrare e impedire gli accessi ai siti collegati all’AAARGH.
[42] http://www.aaargh.com.mx/ital/attua/attua.html
[43] Fondata agli inizi degli anni ‘80. E’ oggi collegata all’esperienza di Sinergie Europee ed alla Società Editrice Barbarossa, che recentemente ha pubblicato un saggio sul Nazionalcomunismo.
Attorno ad “Orion” per un certo tempo si formarono due gruppi, Nuova Azione di Marco Battarra e Forza Nuova (da non confondersi con l’omonima formazione neofascista fondata nel `97), scioltisi e presumibilmente confluiti nel Movimento Antagonista – Sinistra Nazionale, nato attorno al mensile “Aurora”, uscito la prima volta nel 1988, su iniziativa di ex-rautiani facenti capo alla Comunità Politica “B. Niccolai” con sede a Modigliana (Fo) e al Circolo “A.
Romualdi” di Cento (Fe). Tra gli animatori di “Orion” vi è Maurizio Murelli.
[44] http://www.socialismoeliberazione.too.it/
[45] Cfr. Odissea dell’estrema destra in rete.
[46] Ugo Gaudenzi fa parte da giovane del gruppo “nazimaoista” Lotta di popolo. Passa quindi per collettivi antimperialisti, per la sinistra socialiste, per tornare quindi alle origini divenendo “comunitarista”.
[47] http://avanguardia.altervista.org/ cfr. in particolare il manifesto contro il G8 di Genova del luglio 2001: “Riteniamo fondamentale scendere in piazza contro il G8 ed esprimiamo la nostra solidarietà verso chiunque si oppone alle linee direttive imposte dal Sistema giudaico-mondialista; anzi auspichiamo una CONVERGENZA TATTICA con il variegato arcipelago dell’antagonismo di sinistra, SUPERANDO DI FRONTE AL NEMICO COMUNE GLI STECCATI IDEOLOGICI E SENZA CADERE NELLA PERVERSA LOGICA DEGLI OPPOSTI ESTREMISMI, funzionale, solo ed esclusi- vamente, alla stabilizzazione dell’ordine costituito. Auspichiamo di poter percorrere strade parallele rispettose delle reciproche identità ed in vista della distruzione totale del sistema di potere mondialista e delle sue dirette emanazioni burocratiche ed istituzionali.”
[48] Vd. Di A. Dugin “La metafisica del nazional-bloscevismo” (http://www.arctogaia.com/public/it-teor.html)
[49] Secondo Carlo Palermo (Il Quarto livello) Claudio Mutti sarebbe l’uomo di Gheddafi in Italia. E’ l’autore di un dizionario parmigiano-sinti.
[50] Cfr. http://www.archivio900.it/it/articoli/art.aspx?id=5865
[51] http://www.italiasociale.org/Geopolitica_articoli/geo110205-1.html
[52] http://www.disinformazione.it/intervistablondet.htm http://www.disinformazione.it/intervistablondet2.htm
[53] http://www.nuovimondimedia.com/negozio2/catalog/product_info.php?cPath=46&products_id=360

http://staffetta.noblogs.org/post/2010/04/10/i-fascisti-noglobal/

http://controappunto.altervista.org/tag/infiltrati-e-peggio/

crescono in Italia piccole ombre rossobrune:

HANNO FATTO LA SCOPERTA AL PRANZO SOCIALE!!!

Presente il console generale, il 18 febbraio scorso a Milano, presso una sala di via Sansovino, si è svolta una conferenza dal titolo: «Il risveglio del Drago. Politiche e strategie della rinascita cinese». Fin qui nulla di strano. Tranne che ad organizzarla sia stata Eurasia, una rivista di studi geostrategici legata all’estrema destra, e che a presiederla vi fosse Claudio Mutti, ex dirigente di Giovane Europa, un’organizzazione neofascista degli anni Sessanta, sezione italiana di Jeune Europe. Mutti, oltre a dirigere Eurasia, è anche il fondatore di una delle principali case editrici di riferimento del radicalismo di destra, le Edizioni all’insegna del Veltro, nonché autore di Nazismo e Islam, un testo apologetico dei volontari bosniaci nelle SS. Convertitosi alla regione musulmana, Mutti ha anche assunto in onore dell’ex ufficiale delle SS, nonché criminale di guerra, Johann von Leers, riparato in Egitto, il suo stesso nome di copertura in arabo, Omar Amin.

Stato e potenza

Prima di questa iniziativa, sempre indette da Eurasia, si erano già tenute a Milano altre piccole assemblee, come nel giugno dell’anno scorso, presso il Centro culturale San Fedele, sugli «obiettivi geostrategici dietro la guerra in Libia». Ma anche altre sigle si erano nel frattempo mosse per promuovere appuntamenti antiamericani e di amicizia con Cina e Russia. È il caso di Stato e potenza, un «nuovo nucleo politico e militante» impegnato «nel tentativo epocale di individuare in modo preciso e inequivocabile una nuova teoria del socialismo». Sua l’indizione, il 10 marzo, di un’assemblea al Victory Café di Via Castel Morrone dal titolo «Siria baluardo dell’antimperialismo o stato canaglia?», presente l’ex senatore di Rifondazione comunista Fernando Rossi. A impreziosire l’evento anche un collegamento, via skype, con Alexander Dugin, il traduttore in russo delle opere di Evola.
Riguardo le “nuove teorie socialiste” di Stato e potenza, basterebbe limitarsi a qualche proposta presente nel suo «Manifesto politico».
«Va prima di tutto recuperato» sostengono i nostri «il primato della scienza e della tecnica al servizio della politica Parliamo di innovazioni e di capacità di crescita, a partire dalle fondamenta di ogni moderna economia di sviluppo: l’energia. Tornare al nucleare – anche se – sconfiggere la rete delle ong ambientaliste non sarà facile sul piano comunicativo». Oltre a ciò, sempre secondo Stato e potenza, bisognerebbe «avviare nuove reti di viabilità ferroviaria ad alta velocità destinate principalmente al trasporto commerciale, in modo da restringere i tempi di percorrenza tra Nord e Sud della Penisola». Andrebbe anche riformata la leva, ripristinando «il vecchio servizio obbligatorio, eliminando l’arruolamento professionale facoltativo, per preparare tutti gli uomini e le donne idonei al servizio – almeno per un anno – alla capacità di difesa e alla mobilitazione totale in caso di attacco, nel quadro della formazione di nuove milizie popolari». Nucleare più alta velocità più una società militarizzata. Questo il suo programma. Eppure Stato e potenza vanta relazioni con alcuni movimenti comunisti dell’Europa dell’est, come in Bielorussia e in Romania. Evidentemente da quelle parti c’è chi non si pone troppe domande.

I nazionalbolscevichi

Da tempo, in verità, quantomeno da un quindicennio, sono andate formandosi in Italia piccole realtà interne al neofascismo, che hanno cercato di collocarsi su posizioni anticapitaliste e antimperialiste. Certamente un fenomeno non nuovo. Le ascendenze vanno addirittura rintracciate nel primo movimento fascista in Italia e all’interno del movimento nazionalsocialista in Germania. Si pensi alle camicie brune di Ernst Rhom, ma ancor prima alla posizione assunta, nel periodo 1919-1920, da due esponenti socialisti, Friederich Wolffheim e Heinrich Laufenberg, che si dichiararono favorevoli a un’alleanza tra nazionalisti e comunisti, da cui la tendenza “nazionalbolscevica”, bollata dallo stesso Lenin come «madornale assurdità».
Due oggi gli approcci prevalenti: l’assunzione di una lettura del capitalismo ridotto a sole banche e finanza, senza alcuna critica del sistema che li ha prodotti, con il contorno di presunte cospirazioni ebraiche, e una visione geostrategica in cui i soggetti di riferimento diventano unicamente gli stati, non i popoli e le classi, con i loro diritti e le loro rivendicazioni. Da qui l’opposizione agli Usa, in mano ormai ai «circoli sionisti», e il sostegno a Cina e Russia. «Eurasia» (che auspicherebbe un’alleanza tra russi, europei e stati mediorientali in chiave antiamericana) e Stato e potenza sono solo in definitiva solo le ultime espressioni di questo filone.
Basterebbe citare alcuni tentativi precedenti: dalla rivista Orion, negli anni Novanta, alla cosiddetta Rete dei circoli comunitaristi, inneggiante a Marcos e a Stalin («vero nazional-bolscevico»), inizialmente una corrente interna al Fronte nazionale di Adriano Tilgher poi legatasi al Partito Comunitarista Nazional-Europeo (fondato nel 1984 dagli epigoni di Jeune Europe), per finire all’Unione dei comunisti nazionalitari, tra il 2002 e il 2003, a Socialismo e liberazione e ora a Comunismo e comunità. In questo stesso ambito potrebbero essere a pieno titolo inseriti anche quelli di Rinascita nazionale e della casa editrice Arianna.
Un fenomeno, questo, dalle tinte rossobrune, non solo italiano ma sviluppatosi anche in altri paesi europei, con un occhio di riguardo al laboratorio russo con il suo Partito nazionalbolscevico, fondato nel 1993 dallo scrittore Eduard Limonov, le cui bandiere riproducono falce e martello in un cerchio bianco su sfondo rosso. Una realtà ambigua, tra fascismo e nostalgia per l’Unione sovietica.

Il comunitarismo

L’area di riferimento per tutti in Italia è quella “comunitarista”, caratterizzata da correnti e tendenze anche molto diverse, se non opposte. Un terreno comunque entro cui nuotare, anche per via di alcune scelte, a sinistra, di realtà come il Campo antimperialista, o di intellettuali come Costanzo Preve, di puntare a un fronte antisistema senza più distinzioni fra destra e sinistra, fascisti e antifascisti. Già si tentò nel 2003, quando ad alcuni meeting proprio del Campo antimperialista furono invitati esponenti di estrema destra, arrivando a promuovere, in dicembre, un appello e una manifestazione nazionale a Roma, in difesa del popolo iracheno, con il sostegno di esponenti neofascisti, poi naufragata. L’idea era di uno schieramento unico contro l’imperialismo americano. Ora, in tempi di crisi, c’è chi ritenta. Diversi i segnali.
Andrebbe sottolineato che, nella sua accezione di estrema destra, il “comunitarismo”, come «superamento in avanti del nazismo e del comunismo, depurato da Marx», fu promosso nei primi anni Sessanta dal belga Jean Thiriart, una delle personalità più in vista del neonazismo europeo. Da questa stessa matrice furono poi originate organizzazioni come Lotta di popolo, che cercarono di inserirsi, senza riuscirvi, nei primi movimenti studenteschi. Anni dopo si scoprì che qualche loro dirigente figurava in rapporti con l’Ufficio affari riservati. Giusto per ricordarselo.

Saverio Ferraro

http://www.pranzosociale.org/wordpress/archivio/1497

 

Questa voce è stata pubblicata in infiltrati e peggio e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.