la strategia del ragno – AUTOGESTIONE, COME? CHE FARE? LENIN

Grecia, cronache dalla crisi. Operai e kalashnikov, effetti collaterali

Pubblicato il 21 luglio 2012 da EaST Journal

La crisi economica non taglia solo posti di lavoro, taglia anche la memoria: l’anniversario per il ritorno della democrazia in Grecia, dopo gli anni bui della dittatura dei colonnelli, non sarà festeggiato quest’ anno. Lo ha deciso il presidente della Repubblica, Karolos Papoulias.

E’ come se in Italia non festeggiassimo più il 25 aprile. In un momento di crisi, anche morale, obliterare una simile ricorrenza non sembra cosa buona e giusta. Ma certo si risparmia. Intanto prosegue lo sciopero dei lavoratori della società Elliniki Halyvourgia dello stabilimento di Aspropirgos, una zona industriale vicino al Pireo, che hanno incrociato le braccia da quasi nove mesi, durante i quali sono falliti tutti i tentativi di trovare una soluzione al problema del licenziamento di 360 operai. I manifestanti chiedono la riassunzione di almeno una parte degli operai licenziati. Il governo tratta con gli scioperanti e con la proprietà della fabbrica che, però, minaccia di trasferire la produzione a Volos, in un altro cantiere di sua proprietà, se lo sciopero continuerà ancora.

rappresentanti della troika, Paul Tomson (Fmi), Servaz Deruz (Ue) e Claus Masuch (Bce), sono giunti il 19 luglio ad Atene per valutare lo stato di attuazione del programma per l’adeguamento di bilancio e le riforme economiche. Intanto il Ministero delle Finanze ellenico, in una corsa contro il tempo, cerca di reperire 11,6 miliardi di euro entro la fine del 2014, possibilmente con tagli alla spesa pubblica ma senza ulteriori riduzione a stipendi e pensioni. Anche perché è rimasto ben poco da ridurre.

Pochi giorni fa si è rischiata una crisi di governo dopo le divergenze emerse fra il leader del Pasok, Evaghelos Venizelos, e il Ministro delle Finanze Giannis Sturnaras – a cui sarebbe stato contestato il fatto di non aver sollevato all’Ecofin l’esigenza di una dilazione dei tempi per risanare i conti di Atene. E sì che la fiducia al governo Samaras è stata votata solo il 9 luglio scorso. La cobitazione tra i conservatori di Nea Dimokratia, primo partito alle urne, dei socialisti del Pasok e della Sinistra democratica inizia sotto il segno della turbolenza.

Nel paese intanto aumenta il disagio sociale, Demetrio Manolitsakis, giornalista dell’Ansa, scrive del vertiginoso aumento della criminalità: “Le rapine a mano armata sono un fenomeno quotidiano nella Grecia di oggi mentre ogni giorno aumenta drammaticamente qualsiasi altro tipo di crimine, cosa che costringe i cittadini a vivere in un clima di grande paura in cui il pericolo si respira nell’aria. Ma c’è anche chi cerca di reagire e si compra una pistola“. La Grecia rischia così di diventare un far west: sono 35 le persone decedute dall’inizio dell’anno in scontri a fuoco in banche o supermercati. “Negli ultimi mesi le vendite di armi sono aumentate del 60% e lo dimostra il fatto che le ditte importatrici di armi hanno esaurito le scorte e ora sono in attesa di nuovi arrivi. I cittadini di solito acquistano le armi che sparano pallottole di gomma” scrive ancora Manolitsakis.

Ogni anno, secondo il settimanale To Vima, in Grecia avvengono circa 7.000 rapine a mano armata il che significa quasi 20 al giorno, delle quali la maggior parte messe a segno da malviventi armati di fucili mitragliatori kalashnikov, oggi piuttosto economici in Grecia: circa mille euro per il modello Zastava. Anche l’accresciuto contrabbando delle armi, gestito dalla criminalità organizzata, è un segno della crisi. Effetti collaterali, li chiamano gli economisti.

Da EastJournal

 

di Kaspar Hause

http://www.termometropolitico.it/19922_grecia-cronache-dalla-crisi-operai-e-kalashnikov-effetti-collaterali.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=grecia-cronache-dalla-crisi-operai-e-kalashnikov-effetti-collaterali

 

Domenica 22 Luglio 2012 –

Esce la notizia non confermata che  Fmi vuole bloccare gli aiuti alla Grecia spingendo così il Paese a un  default nel  mese di settembre. Tempestivamente la spifferata esce di domenica per l’apertura “speculativa”, la chiamano, delle Borse  del  lunedi.

La motivazione è chiara : non si crede possibile, e come potrebbe esserlo ? “che la Grecia riuscirà a ridurre  il deficit del Paese entro i termini stabiliti al 120% del Pil entro il 2020”, lapalissiano! Il debito con gli interessi fino al 2020 aumenta e non diminuisce!

Le cifre parlano da sole : 120% – 2020.

Tra l’altro dicono pure : “è altrettanto improbabile che Atene riesca a restituire alla Bce i 3,8 miliardi in scadenza il 20 agosto”, contemporaneamente DRAGHI!  rassicura in merito alla stabilità dell’Europa. Ed altri più o meno autorevoli o economisti o teste di cazzo di parlamentari o ex parlamentari escono con la proposta di una uscita  “ dolce” “CONTROLLATA”! dalIa EUROZONA.

IL MARASMA PU’ TOTALE., che da margini di recupero al capitale finanziario e getta nella disperazione gli esseri umani.

LA VERITA’ E’ CHE IL PIANO B COSIDETTO! E’ SEMPRE STATO PRESENTE

E SEMPRE STATO PRESENTATO COME OPZIONE. MA SI PUO’ CONTINUARE A FARSI PRENDERE PER IL CULO COSI’???

UNA COSA E’ ALTRETTANTO CHIARA CHE L’INDIGNAZIONE E LE SUE MANIFESTAZIONI NON SERVONO PIU’ AD UN CAZZO ORMAI:

NON E’ SERVITO BEN ALTRO IN GRECIA!

Una cosa è evidente che tutte queste condizioni capestro, condite da voci ora allarmistiche ed ora rassicuranti, con il contorno di bufale di ogni genere sono “studiate” ad arte, non tanto per la “speculazione”, ma per soggiogare le nazioni e quel che più conta il proletariato e le classi popolari in generale.

Vittoria (nome proprio…)

L’Avamposto degli Incompatibili

AUTOGESTIONE, COME?

Pubblicato il 22 luglio 2012 da admin

AUTOGESTIONE, COME?

  by Operai Contro / Categoria :: Numero155-12

Pubblicato il dom, 22 lug @ 09:24

Autogestione, come?

Di fronte alle devastanti conseguenze della crisi (vedi l’ultimo crash del 20

luglio), sempre più spesso i lavoratori dovranno ricorrere all’autogestione delle

attività in cui sono stati occupati, dalle fabbriche ai servizi (ospedali, trasporti,

scuole …).

Sono esperienze importanti, che è bene seguire con attenzione.

Eliminare i padroni è sempre una buona cosa,perché dimostra la loro inutilità

sociale, soprattutto oggi, con una crisi che ne dimostra a pieno la natura

parassitaria e putrescente.

Oggi, i grandi padroni (e i manager alla Marchionne) sono lanciati in spericolate

speculazioni finanziarie, fregandosene dei disastri, che tanto li pagano gli operai.

Oggi, i piccoli padroni sopravvivono solo grazie agli aiuti statali, frutto delle

tasse estorte a salariati e pensionati, e grazie allo sfruttamento selvaggio dei loro

operai.

Ma non basta eliminare i padroni.

Occorre eliminare anche i rapporti di produzione capitalistici, altrimenti l’operaio

diventa sfruttatore di sé stesso. E non solo. Occorre anche fare i conti con le

istituzioni, con lo Stato, che in un modo o nell’altro cerca sempre di imporre le

regole del gioco capitalista.

Ritengo quindi che sia utile diffondere il comunicato dei lavoratori greci. Che

stanno affrontando i problemi di un futuro che presto ci cadrà tra capo e collo.

E per far fronte a questa situazione prossima ventura, sarà il caso di pensare fin da

ora alla formazione di organismi proletari di autogoverno. E ieri come oggi, il primo

passo sarà eliminare, insieme ai padroni, i loro reggicoda politici e sindacali. Di

destra e di sinistra.

Dino

http://www.operaicontro.it/index.php?id=903573

http://www.controappuntoblog.org/2012/07/22/autogestione-come/

A 110 anni dalla pubblicazione, omaggio al “Che fare?” di Lenin

http://www.controappuntoblog.org/2012/07/08/a-110-anni-dalla-pubblicazione-omaggio-al-%E2%80%9Cche-fare%E2%80%9D-di-lenin/

Questa voce è stata pubblicata in documenti politici, speciale crisi e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.