LONDON DEL POPOLO DEGLI ABISSI

LONDON DEL POPOLO DEGLI ABISSI

16 novembre 2009

 

Un London poco conosciuto, un London attualissimo.
Lasciati il ghiacci e i lupi London si cala nel freddo della metropoli capitalista.
Sotto il regno di Edoardo VII, diventa il marinaio che si immerge nell’ East End, nella faccia oscura della metropoli, tra coloro che con la loro misera vita sostentano la vita opulenta del West End, negando e perdendo la propria vita e quella dei loro figli.
I sobborghi dove nemmeno i vetturini osavano portarti..

“… – E adesso, – disse l’uomo, quello che lavorava incredibilmente veloce, – vi faccio vedere uno dei polmoni di Londra. E’ il giardino di Spitalfields. – Pronunciò la parola “giardino” con dileggio.
L’ombra della Christ‘s Church si proiettava sullo Spitalfields Garden, e in quell’ombra, alle tre del pomeriggio, vidi un panorama che spero di non rivedere più. Non ci sono fiori in questo giardino, che è più piccolo del giardino di rose di casa mia. Ci cresce solo l’erba, circondata da inferriate a punta, come tutti i parchi di Londra, in modo che gli uomini e le donne senza dimora non possano andarci a dormire di notte”

Mentre eravamo nel giardino, una donna anziana, tra i cinquanta e i sessant’anni, ci passò accanto camminando a grandi passi con atteggiamento vigoroso ma un po’ traballante, portando a tracolla due fagotti voluminosi avvolti nella tela. Era una vagabonda, un’anima senza casa, troppo indipendente per trascinare il proprio debole corpo oltre la porta dell’ospizio. Come una lumaca, portava con sé la sua casa.…
Percorremmo lo stretto viottolo di ghiaia. Sulle panchine, da entrambi i lati, si dispiegava una massa di umanità infelice e traviata, la cui vista avrebbe ispirato a Doré immagini ben più stravaganti di quelle che riuscì a raffigurare. Era un ammasso di stracci e di sporcizia, in cui figuravano tutte le malattie della pelle più repellenti, piaghe aperte, lividi, volgarità, indecenza, bieca mostruosità e facce bestiali. Soffiava un vento umido e freddo e quelle creature si stringevano nei loro stracci; per lo più dormivano o cercavano di dormire. C’era una ventina di donne, dai venti ai settant’anni. Poi un bambino, forse di nove mesi, sdraiato su una nuda panca, senza cuscino né coperta e senza nessuno che si occupasse di lui. Poi una mezza dozzina di uomini che dormivano seduti o appoggiati gli uni agli altri. Da una parte un gruppo di famiglia, il bambino addormentato tra le braccia della madre che dormiva anche lei, e il marito (o il compagno della madre) che cercava goffamente di aggiustare una scarpa decrepita. Su un’altra panchina una donna tagliava con un coltello le parti sfrangiate dei suoi stracci, e un’altra donna, con ago e filo, rammendava gli strappi. Accanto, un uomo teneva tra le braccia una donna addormentata. Più in là, un uomo, con gli abiti incrostati dal fango dei rigagnoli, dormiva con la testa sul grembo di una donna che non aveva più di venticinque anni, anche lei addormentata

Era questo sonno che mi lasciava perplesso. Perché i nove decimi di quella gente dormivano o cercavano di dormire? Solo più tardi lo scoprii. Le autorità non permettono che chi è senza casa dorma durante la notte. Sul selciato vicino al portico della Christ’s Church, dove le colonne di pietra si ergono verso il cielo in maestosa file, c’erano distese di uomini che dormivano o sonnecchiavano, troppo assonnati perché la nostra intrusione li destasse o li incuriosisse….
Ho scoperto che non è facile entrare nel ricovero occasionale dell’ospizio dei poveri. Ho fatto due tentativi e presto ne farò un terzo. La prima volta mi avviai alle sette di sera, con quattro scellini in tasca. Commisi due errori. In primo luogo, chi chiede di essere accolto deve essere nullatenente, e dal momento che viene perquisito a fondo, deve esserlo davvero; quattro pence, ovvero molto meno di quattro scellini, sono una ricchezza sufficiente per farlo respingere. In secondo luogo feci lo sbaglio di arrivare tardi. Le sette di sera sono un’ora avanzata perché un povero possa trovare un giaciglio…

Trasformano un uomo in criminale contro la sua volontà, – disse il carpentiere.
– Eccomi qua, i giovani prendono il mio posto i miei vestiti si consumano sempre di più e trovare un lavoro diventa ogni giorno più difficile. Vado a dormire al ricovero occasionale. Devo essere lì entro le due o le tre del pomeriggio o non mi fanno entrare. … Come faccio a trovare un lavoro? Se riesco a entrare al ricovero, domani mi tengono dentro tutto il giorno e mi fanno uscire dopodomani. E poi? La legge dice che la sera dopo non posso entrare in un altro ricovero occasionale se non è lontano almeno dieci miglia. Devo camminare in fretta per arrivare in tempo. Come faccio a cercare un lavoro? Mettiamo che non cammino. Mettiamo che cerco un lavoro. Dopo un po’ si fa notte e non ho un letto. Non dormo, non ho niente da mangiare, in che condizioni cerco un lavoro il giorno dopo? Devo riuscire in qualche modo a dormire nel parco – (io continuavo ad avere davanti agli occhi la visione di Spitalfields Garden) – e trovare qualcosa da mangiare. Ecco qua. Sono vecchio, sono a terra e non ho modo di tirarmi su….
Alle sei la fila si mosse, e fummo ammessi in gruppi di tre….
– E il tabacco? – chiesi. – Non è che il tizio fa storie?
– Ma no, – rispose, – non c’è da avere paura. questo è un ricovero tranquillo. Devi vederne altri. ti frugano anche sotto la pelle… Questo sovrintendente sta sempre lì a scrivere ai giornali su noi barboni,…
– E che dice? – chiesi.
– Ah, dice che siamo dei buoni a nulla, un sacco di mascalzoni e di malviventi che non vogliono lavorare. Le stesse robe che sento dire da vent’anni, ma non ho mai visto nessuno farle
Vorrei criticare le autorità. Ma visto che sono autorità possono decidere quello che vogliono, per cui mi azzardo solo criticare l’aspetto ridicolo delle loro decisioni. Per tutta la notte costringono quelli che non hanno una casa a camminare su e giù. Li cacciano via da portoni e vicoli, li chiudono fuori dai parchi, con il chiaro intento di privarli del sonno. Benissimo, le autorità hanno il potere di privarli del sonno, e anche di tutto il resto se è per questo; ma per quale accidenti di motivo aprono i cancelli dei parchi alle cinque e li lasciano entrare a dormire? Se il loro intento è privarli del sonno, perché mai permettono loro di dormire dopo le cinque del mattino? E se invece il loro intento non è privarli del sonno, perché non li lasciano dormire prima…..

il resto leggetelo  e scoprirete come il passato perdura nel presente, come il presente può divenire passato, e così si intuisce  che il futuro è una questione di scelta, non statica, bisogna che i corpi lascino il luogo dell’abisso.
del resto Einstein non ha detto nella teoria della relatività che l’energia totale (E) una costante universale, il cambiamento delle dimensioni relative tra spazio e tempo deve corrispondere ad una variazione della massa dei corpi?

vittoria

L’avamposto degli incompatibili

http://controappunto.altervista.org/london-del-popolo-degli-abissi/

Il popolo degli abissi – EBookizzati

The People of the Abyss by Jack London – Project Gutenberg


http://www.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-59fe7baf-5b66-40b2-8068-b4d91cce2400.html

http://www.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-8a00c7e4-cc40-4e9a-aba4-bbe1893c63c9.html

The Condition of the Working Class in England – controappuntoblog.org

Jack London, La proprietà privata contro la persona umana by Gabriella Giudici

THE MUTINY OF THE ELSINORE full Jack London e film

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“Il richiamo della foresta”, di Jack London …

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LA PESTE NELLA LETTERATURA ; The Scarlet Plague, by Jack

Il tallone di ferro – Jack London | controappuntoblog.org

Irving Stone Jack London | controappuntoblog.org

Martin Eden, Jack London. | controappuntoblog.org

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Il richiamo della foresta”, di Jack London | controappuntoblog.org

The Scarlet Plague, by Jack London (MPL Book Trailer #154)

il richiamo della foresta | Libro Audio – The call of the wild – Inter

John Tavener: 4 composizioni – The Scarlet Plague by Jack …

Jack London, Le Strade Dell’Uomo ITA video e tanto di London

http://www.controappuntoblog.org/2017/11/04/jack-london-le-strade-dell%e2%80%99uomo-ita-video-e-tanto-di-london/

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