della SCU ne può parlare solo chi è pugliese, dello Stato chi è contro lo Stato

La pista mafiosa viene scartata a priori da alcuni con la motivazione: LA SCU “non ha interesse a destabilizzare il territorio IN CUI OPERA, A SEMINARE TERRORE ”, A PARTE IL FATTO CHE IL TERRITORIO E’  GLOBALE COME SONO GLOBALI GLI AFFARI, CERTO  QUESTA MIA CONSIDERAZIONE PARTE DALLA CONVINZIONE CHE NON C’E’ ALCUNA DISTINZIONE TRA MAFIA E CAPITALE, UNA TALE DISTINZIONE PUO’ FARLA SOLO CHI E’ CONVINTO CHE ESISTE UNO STATO E UNO ANTISTATO-MAFIA:  IO NON SONO TRA QUESTI, DEL RESTO BASTA GUARDARE I FLUSSI DEI CAPITALI NELLA FINANZA PER CONVINCERSENE!

MA SOPRATTUTTO NON E’ VERO CHE LA SCU O LE ALTRE MAFIE LOCALI ED INTERNAZIONALI NON HANNO BISOGNO DEL TERRORISMO PER IMPORRE IL LORO POTERE, CHE IN EFFETTI E’ FONDATO SUL TERRORISMO IN DIVERSE FORME E MODI E CHE SEMPRE COLLABORA COL TERRORISMO STATALE; PER RESTARE IN ITALIA QUESTA COLLABORAZIONE RISALE DA PORTELLA DELLA GINESTRA, O MEGLIO DALLO SBARCO DEGLI ALLEATI IN SICILIA, E FINO AD OGGI  VEDIAMO CHE NEGLI “SCANDALI” CHE TOCCANO QUESTO O QUEL PARLAMENTARE DI QUESTA O ALTRA CORRENTE SPUNTA SEMPRE LA COLLABORAZIONE CON QUALCHE FAMIGLIA MAFIOSA: COSA SCONTATA, CHI PUO’ PRENDERE VOTI SENZA LA “COLLABORAZIONE” DELLA MAFIA?.

 Quando da parte dei compagni si dice terrorista è lo stato lo si dice in base alla memoria storica che tutte le stragi hanno sempre visto la connivenza e la collaborazione di servizi “deviati” mafia- fascisti – massoneria : QUESTI SONO I FATTI REALI!. il braccio, si dice, ma il più delle volte coincide con la testa. teste che hanno nomi precisi, pure,  come SINDONA E GELLI, i più significativi.

I FATTI SONO CHIARI POLITICAMNTE : C’E’ UNA LOTTA A LIVELLO GOVERNATIVO, UN ESECUTIVO DETTO TECNICO CHE E’ IN SOSTANZA UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA CHE RIFLETTE NELLE VARIE COMPONENTI LE RIVALITA’ E LE DIVISIONI DELLE MAFIE: UNA BOMBA PUO’ DA UN LATO MANDARE UN SEGNALE A UNA DI QUESTE COMPONENTI (VENDETTA TRASVERSALE) DEL TIPO FERMATI LA’       CHE TI POSSO METTERE IN CASINI GROSSI NON TI CREDERE! METTIAMO PER  COSE TIPO QUESTE:

http://sostenibile.blogosfere.it/2012/03/commissione-bancarie-rivolta-delle-banche-contro-mario-monti.html

http://www.editoria.tv/news/14230/DDL-INTERCETTAZIONI-DA-PRODI-A-MONTI,-CAMBIANO-I-GOVERNI-MA-IL-DDL-INTERCETTAZIONI-RIMANE-UNA-COSTANTE.aspx

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2012/05/16/APXh7uWC-berlusconi_monti_andata.shtml#axzz1vOcZMv9p

ED ALTRE COSE COME I RIMBORSI LETTORALI CHE “giacciono”, e sopratutto le inchieste in cui sono coivolti.

 NEL CONTEMPO UNA BOMBA PARTICOLARMENTE ODIOSA E TRAUMATICA NELLA SUA FEROCIA OTTIENE L’OBIETTIVO NON SOLO DI ESSERE COLLANTE PER  UN GOVERNO PRECARIO NELLE SUE DIVISIONI MA, SOPRATTUTTO, OTTIENE LO SCOPO DI  SEMINARE IL TERRORE INDISCRIMINATO FRA LA POPOLAZIONE PER TERRORIZARLA ,APPUNTO! “POSSIAMO COLPIRE I VOSTRI FIGLI QUANDO VOGLIAMO”: VENDETTA TRASVERSALE ANCHE E SOPRATTUTTO QUI.

DOVE E’ LA DIFFERENZA FRA STATO E MAFIA?

Vittoria l’Avamposto degli incompatibili

Brindisi. Unabomber pugliese, bomba gramsciana o machiavellica?

L’inaccettabile attentato di Brindisi, contro un obiettivo mai colpito nel nostro paese, pone dei seri interrogativi sullo scenario nel quale collocarlo. Non si tratta di interrogativi oziosi, da gioco di ruolo del complotto, ma politici. Visto che “tradizione” vuole che in questo paese le mutazioni politiche, o la conservazione del potere, siano spesso accompagnate da un corollario di stragi.
Le ipotesi di lettura dell’attentato, allo stato dei fatti disponibili (e letti attraverso il consolidato rituale di elaborazione spettacolare della morte che caratterizza i media) sono tre. Tutte, in quanto ipotesi, hanno dei pro e dei contro.

UNABOMBER PUGLIESE

E’ l’ipotesi meno presa in considerazione ma da non escludere a priori: un Unabomber locale che si mette a colpire una scuola. Come è già accaduto in Europa e negli Usa: le scuole sono da svariati anni un bersaglio da killer seriali. La variabile sta nella bomba piuttosto che nell’entrata a scuola con armamenti da guerra. PRO: risponde al criterio dell’attentato anomalo (mai mafia o altro genere di attentatori ha colpito una scuola in questo modo) CONTRO: in Puglia non c’è il contesto sociale di un serial killer che fa questo tipo di attentati (connesso regolarmente in rete con mondi affini, fanatico delle armi, fortemente isolato dal contesto sociale).

BOMBA GRAMSCIANA.

Intendiamo un ordigno fatto per affermare l’egemonia su un territorio. Dal significato non solo militare ma culturale (visto che la scuola partecipava a progetti a livello Ue con oggetto la mafia). In questo caso qualche serio equilibrio sociale e politico si è rotto a livello provinciale e regionale e “qualcuno” ha voluto ribadire, in modo tragico, la propria egemonia. PRO: risponde al criterio della guerra di territorio ( infatti si colpisce un’istituzione non una persona) tramite un simbolo da colpire (sostituendo un immaginario simbolico antimafia con quello che lo abbatte). Terrorizza l’avversario che vede cosi’ un nemico invisibile disposto a tutto. CONTRO: qualsiasi tipo di potere che voglia mantenere l’occupazione di un territorio non uccide dei ragazzi. E’ un gesto che toglie consenso, il soft power indispensabile per ogni genere di mafia. Si crea inoltre troppa attenzione attorno al fatto attivando un alto rischio di risposta repressiva.

BOMBA MACHIAVELLICA

Intendiamo per bomba machiavellica un ordigno fatto esplodere per scopi puramente politici, o meglio politico-mafiosi, incidendo sul contesto complessivo delle relazioni tra stato e cosche. PRO: Il simbolismo della scuola dedicata alla Morvillo-Falcone, a 20 anni esatti dalla strage di Capaci, il difficile contesto politico fanno pensare ad un’ipotesi del genere. Se fosse così, visto che l’attentato è avvenuto in Puglia, non sarebbe poi solo questione siciliana ma di saldatura tra mafie. CONTRO: Non ci sono maxiprocessi di mafia in corso, come nel ’92-’93, non c’è una campagna sul 41 bis (sempre come allora)e soprattutto non è prossimo nessun provvedimento antimafia, al contrario di venti anni fa, e nemmeno chissà quale provvedimento antiriclaggio. Una saldatura militare tra diverse cosche di differenti contesti è possibile, se avviene, solo in occasioni simili.

Non è neanche da escludere l’ipotesi microfisica (la degenerazione di rapporti tra “famiglie” o bande confinanti che porta a colpire un edificio controllato dalla cosca avversaria). Questo per dire che il momento che attraversa questo paese è molto difficile, e molto complesso, e che chi è interessato a vario titolo al bene pubblico deve stare sulle ipotesi che servono a leggere i fatti. Senzazionalismi, dietrologie, complottismi servono solo a vivere le tragedie come spettatori dotati di immaginazione degna di miglior causa. Anche perchè se è vero che le bombe, l’hard power, hanno cambiato sempre in peggio questo paese questo è avvenuto tutte le volte che gli ordigni hanno incontrato una situazione di soft power (le silenziose mutazioni sociali) piuttosto favorevole. Le bombe, da sole, non cambiano nulla a parte le vicende personali di chi è tragicamente colpito.
E qui notiamo che ci ha purtroppo lasciato la vita qualcuno di particolarmente giovane. Giusto nelle guerre tra bande di narcos in Messico, o nella Colombia dei cartelli di Cali e di Medellin, abbiamo registrato notizie del genere.

(red) 19 maggio 2012

 

http://www.senzasoste.it/nazionale/brindisi-unabomber-pugliese-bomba-gramsciana-o-machiavellica

 

L’estate mafiosa del Salento, alle origini della Sacra Corona Unita

 

Dopo un’estate di attentati e intimidazioni – con spari anche in mezzo ai turisti, avvenimenti del tutto ignorati dai media nazionali – in Puglia non si arrestano gli allarmi per una recrudescenza della criminalità organizzata. E alcuni tornano a parlare di Sacra Corona Unita. Diritto di Critica vi racconta in un focus dedicato come è nata la cosiddetta “quarta mafia”, per anni sottovalutata dalle istituzioni.

di Nadia Stefanelli*

La Sacra Corona Unita (Scu), conosciuta come la quarta mafia e costituitasi in Puglia, ha fin dalla sua nascita, nel 1981, cercato di assumere la cultura delle altre mafie tradizionali quali Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra e di raggiungere la stessa capacità criminale. Per questo motivo, durante i primi anni, la Scu era considerata un miscuglio di diverse culture senza un carattere distintivo e soprattutto mancava di un agire criminale tipico.

Anche se la Scu è nata durante gli anni Ottanta, già negli anni Cinquanta la regione Puglia era luogo di residenza per molti mafiosi. In particolare, alcune figure appartenenti al clan dei  Corleonesi di Cosa Nostra erano presenti in Puglia come conseguenza della pratica del soggiorno obbligato, in uso sin dal 1956. Quella del soggiorno obbligato era una pratica che imponeva a molti mafiosi il trasferimento in regioni diverse da quelle di appartenenza. L’idea era che il mafioso, vivendo fuori dai propri confini regionali, avrebbe rotto i legami con il proprio passato e iniziato una vita onesta.

La Puglia ha visto non solo il trasferimento di mafiosi “esiliati” dalle loro regioni ma anche – negli anni Settanta – la presenza di un alto numero di detenuti, provenienti da regioni limitrofe, nelle proprie carceri pugliesi. In particolare si trattava di camorristi Cutoliani, trasferiti in conseguenza degli aspri conflitti avuti con la Nuova Famiglia capeggiata dal boss Michele Zaza.

La Scu nasce proprio come risposta all’aumento dei Cutoliani nelle carceri pugliesi e al conseguente tentativo di Raffaele Cutolo nel 1981 di creare in Puglia un organizzazione, la Nuova Camorra Pugliese, che comprendesse al suo interno anche figure appartenenti alla criminalità pugliese. La reazione nelle carceri pugliesi fu di assoluto scontento e questo portò alla creazione della Sacra Corona Unita, per iniziativa di Giuseppe Rogoli, detenuto nella prigione di Lecce, insieme al contributo e al consenso della ‘Ndrangheta calabrese.

Sin dalla sua nascita, la Scu è nata per proteggere i prigionieri pugliesi dall’oppressione esercitata dai Cutoliani. Il ruolo della ‘Ndrangheta nel contribuire e permettere la creazione della Scu rivela l’importanza delle relazioni tra i due gruppi mafiosi e del ruolo della ‘Ndrangheta nell’ispirare e definire la cultura e la struttura mafiosa della Scu.

Fino alla fine degli anni Ottanta, inoltre, si registra una certa riluttanza nel riconoscere la presenza della criminalità organizzata in Puglia, regione da sempre considerata come isola felix, immune da infiltrazioni criminali. Se le varie organizzazioni criminali mafiose possono essere facilmente individuate in base a caratteristiche, forme strutturali e metodi criminali propri, la Scu ha da sempre rappresentato un fenomeno innovativo. Proprio perché nata soltanto negli anni Ottanta, non avendo una propria tradizione storica e mancando quindi di connotati propri, la Scu non è stata riconosciuta da subito come mafia ma piuttosto come semplice fenomeno criminale privo di una proprio struttura organizzata. È soltanto nel 1989 che la Sacra Corona Unita viene riconosciuta ufficialmente come fenomeno mafioso da parte del procuratore generale Vincenzo Chiriacò.

La storia della Scu, inoltre, è costellata di contatti e contrasti con le altre mafie italiane. In particolare, la Scu ha sfruttato il conflitto creatosi con i Cutoliani come giustificazione per la propria nascita; i contatti con le altre mafie, quali quelli con la ‘Ndrangheta, gli ha invece permesso di attingere e fare propri i suoi schemi organizzativi, codici, regole e rituali d’iniziazione. La Scu ha cercato cosi di creare una propria struttura organizzativa in grado di identificare efficaci metodi criminali ma anche una attenta selezione dei propri membri.

La figura di Giuseppe Rogoli, padre fondatore della mafia pugliese, è sicuramente l’aspetto più innovativo dell’organizzazione. A differenza delle altre mafie, infatti, la Sacra Corona Unita manca di riferimenti mitici o figure ancestrali. Proprio per questo la figura di Rogoli ricopre un importante funzione simbolica. Gli affiliati di Rogoli si rivolgevano a lui con appellativi quali “il vecchio”, “l’uomo saggio”, “l’uomo giusto” e “il portatore di pace”. L’assenza di altre figure di spicco all’interno della Scu ha permesso a Rogoli di assumere un ruolo centrale, indispensabile nel dare coesione all’organizzazione. Non solo la leadership di Rogoli ma anche l’autonomia concessa ai vari gruppi facenti parte della Scu è stato uno dei motivi dell’espansione della Scu durante gli anni Ottanta: i gruppi controllavano delimitati territori ed erano gestiti da capizona scelti direttamente da Rogoli. Ognuno gestiva autonomamente le varie attività illecite quali estorsione, traffico di droga o gioco d’azzardo, mantenendo tuttavia un forte legame di dipendenza con il proprio leader Rogoli. La divisione del territorio permise cosi una presenza quasi capillare della Scu sul territorio pugliese e l’assenza di conflitti interni.

 

http://www.dirittodicritica.com/2011/11/10/sacra-corona-unita-puglia-29099/

Giuro su questa punta di pugnale bagnata di sangue, di essere fedele sempre a questo corpo di società di uomini liberi, attivi e affermativi appartenenti alla Sacra Corona Unita e di rappresentarne ovunque il Santo, San Michele Arcangelo”

In una tranquilla mattina di metà maggio, alle 7:45, a Brindisi con un telecomando a distanza hanno fatto saltare tre bombole del gas falciando gli studenti che entravano a scuola. L’Istituto professionale Morvillo Falcone era frequentato da molti pendolari, in particolare da ragazzi dal vicino paese di Mesagne.

Il territorio in questione, come molti altri in Puglia, è sotto il controllo della Sacra Corona Unita (SCU). Questa mafia nacque negli anni Ottanta nel Foggiano con il nome di Nuova Camorra per cercare di arginare l’avvento della mafia di matrice campana anche nella regione vicina. In poche parole; casa nostra mafia nostra.

Il suo fondatore era Giuseppe Rogoli, il quale viveva a Mesagne; il Brindisino è la zona, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, dove la SCU crebbe. Il braccio destro di Rogoli, Antonio Antonica, aiutò alla crescita dell’associazione ed infatti in breve tempo diventò il personaggio di spicco della malavita mesagnese.

Molte famiglie si affiliarono, i Buccarella, i Donatiello e i Gagliardi per citare alcuni nomi, e nel 1987 nacque la Nuova Sacra Corona Unita (NSCU) con estensioni che raggiunsero il Tarantino e il Leccese. Iniziarono anche i primi contatti con i Balcani, accentuandosi con la caduta dei regimi comunisti. Con la fine degli anni Ottanta crebbero le lotte intestine tra Leccesi e Brindisini per avere il controllo delle crescenti ricchezze  e ci fu la separazione tra Antonica e Rogoli.

Con gli anni Novanta la Puglia diventò famosa per lo sbarco d’immigrati dalle zone dei Balcani, Albania ed ex Jugoslavia in particolare, e si svilupparono accordi con i gruppi malavitosi locali esportatori di droga, sigarette, ma soprattutto armi, regalando una potenza di fuoco alla SCU come non pochi e diventando i fornitori d’armi ufficiali anche per le altre mafie. Sono famose in questi anni le lotte sulle strade di campagna, che sembravano quasi un simpatico autoscontro guardandole da lontano, tra i blindati della polizia e le jeep modificate dei clan.

Con l’inizio alla lotta alla mafia, lo Stato decise di intervenire anche qui inviando l’Esercito per sette mesi nell’operazione “Salento” contro gli sbarchi e la SCU permettendo l’arresto di molti affiliati alle famiglie. Qui avvenne la nuova frattura con la nascita della Sacra Corona Libera, che si differenzia per l’abolizione dei riti di inizializzazione e l’utilizzo senza problemi dei minorenni per i loro affari.

 

C’è stata una globalizzazione delle strutture, che è diventata quella tipica delle altre mafie, cioè una gerarchia dove al suo vertice c’è un boss che guida tutte le attività del proprio clan. La procura antimafia ha riconosciuto in tutta la regione quaransette famiglie e negli ultimi anni nel Brindisino c’era stato un cambio della guardia; a Giuseppe Rogoli e Salvatore Buccarella, era subentrato Francesco Campana che nell’aprile del 2011 era stato arrestato dopo anni di latitanza. La zona di arresto deve essere considerata Oria, perché si trova a pochi chilometri proprio da Mesagne e tutto deve portare a considerare con attenzione questa città.

Se un paesino di circa 28.000 abitanti ha un commissario dell’antiracket e una sede della DIA ci sarà un perché? Qui si concentra il grosso degli “organi” della SCU e l’arresto di Campana ha creato un vuoto di potere.

Nel vuoto si stanno sfidando i diversi luogotenenti per prendere il controllo del ricco ramo mafioso e ipotizzo che per un’azione del genere qualcuno sia riuscito ad emergere definitivamente. La violenza è un elemento fondamentale per affermare il proprio potere e così lo è sempre stato nei secoli. Se guardiamo alle lotte mafiose in Messico, azioni come il mozzare le teste o impiccare le persone dopo averle percosse non sono fatte per libido masochistico, ma come dimostrazione di forza verso le persone e gli altri clan.

 

http://idispacci.wordpress.com/2012/05/19/nuovi-boss-nuova-vigliaccheria/

CHE COSA E’ LA SACRA CORONA UNITA

La Sacra Corona Unita è un’organizzazione criminale nata e cresciuta in Puglia, che ha trovato negli accordi criminali con organizzazioni dell’est europeo, la sua caratteristica per distinguersi tra le altre le organizzazioni malavitose organizzate italiane. Ha raggiunto il suo massimo sviluppo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, per poi indebolirsi grazie all’intervento dello Stato  e delle Forze dell’Ordine che riuscì a mettere a segno un gran numero di arresti.

Il nome di questa organizzazione è formato da 3 parole:

  • Sacra: perché quando un nuovo membro si affilia all’organizzazione viene “battezzato” o “consacrato”, come il sacramento religioso.
  • Corona: dovuto alle processioni dove si usa il rosario (o corona) nelle quali si sta uno accanto all’altro.
  • Unita: perché secondo questa associazione, l’unità fa la forza e bisognava stare tutti uniti.

Il giuramento: « Giuro su questa punta di pugnale bagnata di sangue, di essere fedele sempre a questo corpo di società di uomini liberi, attivi e affermativi appartenenti alla Sacra Corona Unita e di rappresentarne ovunque il fondatore, Giuseppe Rogoli ».

La Sacra Corona Unita nacque come iniziativa di reazione contro Raffaele Cutolo, il boss della camorra napoletana che voleva espandersi in Puglia.  E’ stata fondata da Giuseppe Rogoli nel carcere di Trani (si dice durante la notte di Natale dell’anno 1981). Giuseppe Rogoli era già affiliato alla ‘Ndrangheta e chiese il permesso al capobastone Umberto Bellocco di formare la nuova organizzazione. Nel 1987 affidò a Oronzo Romano la costituzione di un’altra associazione nel sud barese, sempre con il consenso della ‘Ndrangheta. Cosimo Screti, boss di San Pietro Vernotico, (soprannominato “il cassiere” dalla DIA ) si occupò della gestione degli enormi flussi di denaro derivanti dalle attività illecite. Il braccio destro di Rogoli fu Antonio Antonica, primo affiliato di Rogoli a causa dell’antica amicizia che legava i due. A causa dello stato di detenzione di Rogoli, Antonio Antonica fu nominato capo delle attività illecite che si svolgevano nell’area brindisina. A seguito delle prime scarcerazioni, il numero degli affiliati aumentò, e ognuno pretendeva la sua parte di guadagno.
Dopo una guerra interna durata diversi anni, nel 1984 iniziò la rifondazione della Sacra Corona Unita partendo dalle modalità di affiliazione, con regole più rigide e severe. Così nel carcere di Trani nacque la Nuova Sacra Corona Unita il cui statuto sarebbe stato firmato oltre che da Rogoli, da Vincenzo Stranieri di Taranto e da Mario Papalia legato a Cosa Nostra. Nel 1987 la Sacra Corona Unita era composta dalle famiglie più rappresentative del brindisino.

La Sacra Corona Unita è divisa in 47 clan, autonomi nella propria zona ma tenuti a rispettare interessi comuni a tutti gli affiliati della Sacra Corona Unita. Il primo grado della Sacra Corona Unita sono i medaglioni e i medaglioni con catena (otto medaglioni con catena compongono la “Società segretissima” che dirige un corpo speciale chiamato la “Squadra della morte”.), i successivi sono i trequartisti, gli evangelisti, i santisti e gli sgarristi; seguono i gradi più bassi noti come “camorrista” e “picciotteria”

Secondo recenti dati forniti dall’Eurispes sembra che la Sacra Corona Unita guadagni 878 milioni di euro l’anno dal traffico di stupefacenti, 775 milioni dalla prostituzione, 516 milioni dal traffico di armi e 351 milioni dall’estorsione e dall’usura. Un giro d’affari di circa 2 miliardi e mezzo di euro.

http://www.iljournal.it/2012/se-dietro-la-bomba-di-brindisi-ci-fosse-la-mafia/345741

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