Apocalisse totale 18 5 2012

Scritto il 18 maggio 2012 alle 09:18

Come ho già scritto , probababilmente in molti non conoscono quello che in realtà accade alla fine della prima guerra mondiale, una dinamica che riporta oggi alla memoria quello che sta accadendo alla Grecia anche se il contesto è completamente diverso.

Su WIKIPEDIA troverete una sintesi dell’avvenimento in questione ma a noi interessa comprendere quali furono le conseguenze del trattato di Versailles e soprattutto le imposizioni che portarono la Germania ad una devastante iperinflazione seguita poi dalla follia del nazismo.

(…) I cosiddetti “quattro grandi” sapevano ancor prima di incontrarsi di voler punire la Germania. La Francia voleva vendetta, il Regno Unito voleva una Germania relativamente forte economicamente per controbilanciare il predominio continentale della Francia, gli Stati Uniti, invece volevano la creazione di una pace permanente il più in fretta possibile, così come la distruzione dei vecchi imperi, mentre l’Italia era desiderosa di poter ampliare i propri possedimenti coloniali e completare, finalmente, l’opera risorgimentale con l’annessione delle terre italiane sotto il dominio Austroungarico. Il risultato fu un compromesso che non lasciò nessuno soddisfatto.(…)

Al di la della superficialità con cui sto trattando l’argomento sarebbe interessante andare in profondità su quanto avvenne in quei giorni e mesi a Versailles. Un ufficiale francese un certo Ferdinand Foch arrivò a suggerire che quella non era una pace ma un armistizio per vent’anni, un pò quello che attende il popolo greco se seguirà la strada imposta dalla comunità europea.

Gli osservatori più acuti, come l’economista britannico John Maynard Keynes, criticarono duramente il trattato: non prevedeva alcun piano di ripresa economica e l’atteggiamento punitivo e le sanzioni contro la Germania avrebbero provocato nuovi conflitti e instabilità, invece di garantire una pace duratura. Keynes espresse questa visione nel suo saggio The Economic Consequences of the Peace (Le conseguenze economiche della pace).

Ma attenzione, facciamo  un passo indietro nella storia! Come ricorda Luciano Gallino di Repubblica…

Nel 1920 il giovane Keynes un´idea ce l´aveva. In merito alle riparazioni follemente punitive imposte alla Germania con il trattato di Versailles del 1919, scriveva in Le conseguenze economiche della pace: “La politica di ridurre la Germania alla servitù per una generazione, di degradare la vita di milioni di esseri umani, e di privare della felicità un´intera nazione dovrebbe essere considerata ripugnante e detestabile… anche se non fosse il seme dello sfacelo dell´intera vita civile dell´Europa” (enfasi di chi scrive).Keynes era rimasto colpito durante le trattative, cui aveva partecipato, dall´ottusa incapacità dei governanti delle potenze vincitrici di ragionare sulle conseguenze di misure che strappavano la sovranità economica a intere nazioni. I governanti di oggi non sembrano mostrare una maggiore lungimiranza di quelli di ieri, permettendo alle destre di guadagnare un crescente favore popolare al grido di “l´austerità uccide l´economia” (lanciato tra gli altri da Antonis Samara, leader della destra greca). Un grido destinato a far presa, perché coglie il nocciolo della questione, sebbene provenga paradossalmente dalla parte politica che reca le maggiori responsabilità della crisi.

Abbiamo bisogno di atti rivoluzionari, un atto rivoluzionario in tempi da brividi come ci ricorda il fantasma di Tom Joad, la canzone del grande Bruce Springsteen un fantasma ancora presente nell’America di oggi, come se sessant’anni dopo, ben poco fosse cambiato.

Dopo Versailles non dimentichiamo l’America e il messaggio della Grande Depressione del ’29!

Dice oggi Bruce Springsteen:  “La maggior parte delle cose che ho scritto riguarda l’America di oggi, anche se trovano le loro origini nel passato. Anche la canzone di Tom Joad non è storica, ma è sull’America degli anni ’90…”  e quella attuale aggiungo io, un’ America non molto lontana dalla condizione della classe media italiana.

Era il maggio dell’ormai lontano 2009, quando scrissi un post intitolato L’ultimo-treno nel quale evidenziai come Alan Blinder ex vice governatore della Federal Reserve,  sul New York Times condivise come il 2009 non assomigliasse affatto al 1930 ma quello che dobbiamo evitare è che il 2010 e il 2011 diventino un altro 1936.

Una incredibile crescita dell’economia tra il 1933 e il 1936 e la banca centrale americana, esamina il grande volume di riserve in eccesso accumulate dal sistema bancario ( come avviene oggi) e conclude che quella montagna di liquidità avrebbe foraggiato l’inflazione futura e quindi si mise a aspirarla. Il tutto prosegui nel 1937 attraverso una contrazione della politica monetaria.

Ma contemporaneamente Roosevelt, il presidente americano del New Deal, da un’occhiata al bilancio federale che sembrava essere enorme e conclude che è arrivato il momento di aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica.

Torno a rileggermi l’ultimo pezzo del mio libro nel capitolo sulla Grande Depressione e sono di nuovo brividi…

«Per secoli l’astenersi dal contrarre prestiti aveva protetto la gente dalla negligenza e dalla temerarietà nell’amministrazione della cosa pubblica. I custodi dei pubblici averi negligenti o incauti avevano spesso elaborato complicati argomenti per dimostrare che il pareggio tra entrate e uscite non era segno di virtù. L’esperienza aveva invece dimostrato che, per quanto opportuna sembrasse tale idea al momento immediato, alla lunga intervenivano le difficoltà e il disastro. Quei semplici precetti di un mondo semplice non resistettero in mezzo alle crescenti complicazioni dei primi anni Trenta. La disoccupazione di massa, in particolare, aveva alterato le regole. Gli avvenimenti avevano giocato un pessimo tiro alla gente, ma quasi nessuno tentò di affrontare il problema in modo nuovo» (John Kenneth Galbraith).

Alle prossime elezioni greche porbabilmente trionferà l’estremismo sarà la fine della PACE europea? Strano che la Merkel abbia dichiarato “Se cade l’euro cade l’Europa. Nessuno prenda per garantiti altri 50 anni di pace in Europa”.

Si Angelina soprattutto se si barattano aiuti per due sommergibili o tre carri armati. Quello che sta facendo la Germania è ignobile soprattutto dopo che l’ Europa ha pagato il prezzo della riunificazione delle due Germanie!

Soprattutto dopo aver attraverso le proprie banche e le proprie imprese ( …vi dice niente lo scandalo Siemens ) foraggiato bolle in tutta Europa dalla Grecia alla Spagna passando per l’Irlanda.

Una cosa è certa l’iperinflazione nella storia è sempre stata causata da dinamiche politiche dalla Repubblica di Weimar allo Zimbabwe e succederà la stessa cosa purtroppo alla Grecia!

Qualcuno dirà che non vi è  nessuna guerra, nessun armistizio, nessun trattato ma forse dimentica che in reltà siamo in guerra, una guerra nascosta, subdola, silenziosa.

La Grecia colpevole quanto si vuole è stata bombardata per ben due anni e ora vi sono solo macerie sociali e psicologiche. Gli avvoltoi e gli sciacalli finanziari l’hanno sbranata con la collaborazione fattiva di un manipolo di clown politici europei la cui statura è il nulla.

Poi toccherà alla Spagna e al Portogallo nessuna possibilità di salvarsi con questa Europa e senza l’appoggio della BCE. La Spagna non è troppo grande per fallire l’ Italia si mettetevlo bene in testa e lasciate perdere le idiozie che leggete in giro.

La storia è fondamentale per cercare di comprendere gli errori del passato, chiunque dimentica il suo passato è destinato a riviverlo! Ora il tempo è scaduto!

http://icebergfinanza.finanza.com/2012/05/18/europa-liperinflazione-della-repubblica-di-atene/

Deutsche Bank: Irlanda sara’ costretta a chiedere nuovi aiuti

18 maggio 2012|

New York – L’Irlanda rischia di essere costretta a chiedere un secondo piano di salvataggio per effetto delle crescenti perdite sui crediti subite dal suo sistema bancario.

Le banche salvate sin qui – avverte Deutsche Bank – potrebbe aver bisogno di nuove iniezioni di capitale per coprire fino a 4 miliardi di euro di accantonamenti da prestiti tossici in piu’, rispetto a quanto emerso dall’esito degli stress test condotti l’anno scorso.

http://www.wallstreetitalia.com/article/1380171/debito/deutsche-bank-irlanda-sara-costretta-a-chiedere-nuovi-aiuti.aspx

Wall Street delusa: Facebook sbarca con +12%, poi partono i sell

Dopo una buona mezz’ora di ritardo il titolo ha debuttato sul Nasdaq con il simbolo FB, a quota $42 rispetto ai $38 del prezzo di collocamento: 82 milioni di azioni nei primi 30 secondi di contrattazioni. Poi, calo immediato delle quotazioni. GUARDA IL VIDEO di Mark Zuckerberg che suona la campanella del Nasdaq. Bill Gross (Pimco): “Non so come si usa, ma riconosco molto bene una bolla quando la vedo

http://www.wallstreetitalia.com/article/1380103/borsa-usa/wall-street-delusa-facebook-sbarca-con-12-poi-partono-i-sell.aspx

 

FINANZA/ Perché JP Morgan non viene “punita” come le banche italiane?

Mauro Bottarelli

venerdì 18 maggio 2012

Infophoto

Approfondisci

GEOFINANZA/ Tutti i numeri che inchiodano la Grecia, di M. Bottarelli

SPILLO/ JP Morgan: due miliardi persi “a sua insaputa” e 3,4 guadagnati sulle spalle dell’Italia, di G. Credit

Come tutti saprete, lunedì notte Moody’s ha operato il downgrade di 26 banche italiane, scatenando una reazione senza precedenti non solo dell’Abi, ma anche del mondo politico. Sapete che non sono mai stato tenero con il sistema bancario italiano, anzi, ma la motivazione del downgrade, in effetti, è da Tso immediato: prima le agenzie di rating spronano i governi al rigore minacciando il taglio del rating sovrano, poi declassano quello delle loro banche perché c’è troppo rigore che blocca l’economia. Non a caso martedì la Borsa aveva reagito in positivo ignorando il downgrade e facendosi forte del buon dato del Pil tedesco, salvo poi crollare dopo le notizie arrivate da Atene.

Il problema è che Moody’s è la stessa agenzia che a fronte del buco da 2,3 miliardi di dollari di JP Morgan, cui potrebbe aggiungersi un altro miliardino nel secondo trimestre, ha solo minacciato di agire verso la più potente banca Usa, mantenendo però il suo giudizio Aa3, nonostante la stessa Fbi abbia aperto un’indagine preliminare. Cosa hanno fatto a JP Morgan per arrivare a un tale bagno di sangue? Bruno Ikesi, un francese che guidava gli uffici londinesi della banca d’affari Usa e che ha agito sotto la supervisione del top management dell’istituto, ha scommesso accumulando posizioni su prodotti derivati per 350 miliardi di dollari, puntando sulla ripresa dell’economia mondiale.

Una bazzecola, quindi, rispetto a quell’oltraggio al capitalismo che è stato per Moody’s l’aumento di capitale di Unicredit o il piano di riassetto di Mps. JP Morgan, da brava banca d’affari di stampo anglosassone, ha subito sacrificato il responsabile investimenti, Ina Drew, la quale verrà sostituita da Matt Zames. E chi è costui? State a sentire. Matt Zames, il quale oggi è supervisore di un portafoglio derivati di 70 triliardi di dollari – avete letto bene, non sono ubriaco (guardate il grafico qui sotto – ha un passato da trader molto pratico in investimenti a rischio, visto che arriva da quella fucina di speculazione che era Ltcm, l’hedge funds andato a zampe all’aria con le crisi russa e asiatica del 1998 e che ha costretto la Fed a intervenire per evitare che disintegrasse buona parte del sistema finanziario con i suoi inaffondabili schemi matematici che nel 1997, un anno prima del tracollo, valsero addirittura il Nobel per l’Economia a Robert Merton e Myron Scholes, dirigenti di LTCM.

http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2012/5/18/FINANZA-Perche-JP-Morgan-non-viene-punita-come-le-banche-italiane-/280414/

Apocalisse Euro : giovedì 17/05/2012 non venerdi

 

http://www.controappuntoblog.org/2012/05/17/apocalisse-euro-giovedi-17052012-non-venerdi/

 

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